‘Acciaio sporco’, Ast chiude fuori la Ecotras

Terni, viale Brin taglia i rapporti con l’azienda di trasporti ternana. E ‘invita’ i fornitori a fare lo stesso. Sequestri di mercoledì: nel mirino impresa di Lecco

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Le spiegazioni ufficiali erano tutte tranquillizzanti. Ma la coincidenza – e un’evidente sproporzione – non sono passate inosservate.

L'elicottero nel parcheggio Ast

L’elicottero nel parcheggio Ast

Le coincidenze Nella giornata di mercoledì era previsto un vertice in prefettura, a Terni, in cui la ThyssenKrupp Ast avrebbe dovuto presentare quella che era stata annunciata come «una proposta di collaborazione finalizzata all’attuazione di politiche interne di contrasto all’illegalità nei diversi ambiti della lotta alla criminalità organizzata, della prevenzione dei fenomeni corruttivi, del rispetto delle regole della concorrenza e del mercato». Ma era stato annullato, martedì sera, perché – ecco la prima motivazione ufficiale – «il Prefetto deve recarsi a Roma, al ministero». Poi, sempre mercoledì, un elicottero della Guardia forestale è stato visto atterrare nel parcheggio dell’azienda di viale Brin  perché – ecco la seconda motivazione ufficiale – «il comandante è atteso dall’amministratore delegato Massimiliano Burelli per un pranzo di lavoro». A pranzo in elicottero? Può essere, certo, ma di sicuro suonava strano. Perché le indagini su ‘Acciaio sporco’ non sono certo finite.

‘Acciaio sporco’ L’operazione era venuta alla luce un mese fa, con otto arresti, dopo una lunga indagine condotta proprio dalla Guarda forestale e coordinata dal sostituto procuratore Elisabetta Massini. Poi gli arrestati – che erano stati posti ai domiciliari – erano tornati quasi tutti in libertà. Ma il lavoro degli investigatori non era finito.

LE INTERCETTAZIONI – IL VIDEO

I dubbi Quello che si ipotizza – elicottero a parte – è che la procura della Repubblica ternana voglia avere dei chiarimenti in relazione ad elementi venuti alla luce nell’ambito delle dichiarazioni rese dagli indagati di ‘Acciaio sporco’ durante gli interrogatori i procura. Dichiarazioni che hanno poi determinato, in parte, le loro scarcerazioni. Gli inquirenti sarebbero anche alla ricerca di elementi di chiarezza rispetto ad un’altra questione emersa nel corso delle indagini: a non essere chiaro, infatti, sarebbe anche il sistema che veniva utilizzato per pesare il rottame che entrava in Ast. Perché il controllo ‘a campione’ non sarebbe stato effettuato solo in relazione alla qualità del materiale, ma anche al quantitativo. Un altro elemento finito sotto la lente di Procura e Forestale.

Conferma E la conferma dell’operazione in corso viene dal comando provinciale di Terni del Corpo forestale dello Stato che, attraverso una nota, fa sapere che «gli uomini del Nipaf (Nucleo investigativo polizia ambientale e forestale) del comando provinciale di Terni del Corpo Forestale dello Stato, stanno operando all’interno del sito dell’acciaieria Ast di Terni, effettuando il sequestro di rifiuti, specificatamente di rottami ferrosi contenuti in sei Tir all’interno dell’acciaieria, per presunte irregolarità sulla natura dei rifiuti stessi. L’attività di indagine e gli accertamenti di rito sono tuttora in corso». L’operazione vede impegnati una decina di forestali che avrebbero ‘isolato’ una zona del parco rottami Ast che viene chiamata in gergo ‘campata nona’ che è quella dove vengono stoccati i residuo metallici della tornitura. Al momento non risulterebbero nuovi indagati ma è chiaro che le risultanze relative alle analisi sui materiali sequestrati, potrebbero portare l’autorità giudiziaria a formulare ipotesi di reato nei confronti di persone sin qui estranee all’indagine. Sotto la lente, nel contesto dell’attività eseguita mercoledì mattina, ci sarebbe finita un’azienda di trasporti della provincia di Lecco.

La denuncia Il capogruppo in Regione del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati, proprio nella giornata di martedì aveva denunciato come i comportamenti delittuosi nei confronti dell’azienda – in Ast – fossero «tutt’altro che finiti». Il consigliere M5S aveva parlato di «sodalizi criminali che hanno zavorrato e tuttora zavorrano il futuro della Thyssen Krupp», con tanto di riferimenti alle conseguenze non solo economiche, ma anche ambientali delle truffe perpetrate.

Ecotras estromessa Intanto le ombre di ‘Acciaio sporco’ si allungano anche sui fornitori Ast, a cui l’azienda ha imposto l’altolà. Dopo aver tagliato tutti i ponti con la ternana Ecotras, l’azienda di Andrea Papa Italiani – arrestato dalla Forestale e successivamente rimesso in libertà – incaricata di effettuare il trasporto dei materiali conferiti ad Ast da Metal Inox Centro (Fabriano), la ThyssenKrupp Ast – attraverso la direzione approvvigionamenti – ha scritto a tutti i fornitori, ‘invitandoli’ a non fare ricorso a qualsiasi tipo di contratto o collaborazione con la stessa Ecotras e con i soggetti ad essa collegati. «In caso di inottemperanza – è l’avvertimento – Ast non garantirà l’accesso ai propri stabilimenti e a quelli delle società controllate né il ricevimento di beni e prestazioni contrattualmente rilevanti; e con riserva, altresì, di valutare la più ampia iniziativa per la tutela in ogni sede delle nostre ragioni».

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