Addio a Massimo, lunedì i funerali

L’ultimo saluto al 53enne di Città della Pieve, morto dopo 4 giorni di agonia a seguito di un incidente a Pò Bandino. La famiglia ha deciso l’espianto degli organi

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Non ce l’ha fatta Massimo Del Grasso. Le ferite riportate nell’incidente di lunedì in località Pò Bandino, a Città della Pieve erano troppo gravi. L’uomo, 53 anni compiuti lo scorso 28 febbraio, ha perso la vita. La famiglia ha deciso l’espianto degli organi. Funerali lunedì alle 10.30 a Ponticelli. Sarà predisposta camera ardente.

Ex calciatore Sposato con Sonia, un figlio di 20 anni, attivo nel sociale. Lavorava alla stamperia umbra e quando avuto l’incidente probabilmente si stava recando al lavoro. Del Grosso era una presenza importante nella comunità pievese, che dopo quattro giorni di angoscia si è svegliata frastornata in questo Sabato Santo quando si è sparsa la voce della conferma del decesso. Lo conoscevano in tanti anche per i suoi trascorsi da calciatore nella Pievese. Ed era rimasto nell’ambiente, facendo volontariato in associazioni sportive e nella Pro Loco. La grande attenzione al sociale è stata dimostrata anche dalla scelta che i familiari hanno preso subito dopo la morte celebrale: alcuni degli organi di Massimo Del Grasso continueranno a vivere in altre persone. È la seconda vittima del tragico incidente avvenuto nel pievese: lunedì era deceduto sul colpo l’altro conducente, Sauro Perugini, un 41enne di Castiglion Fiorentino.

Ha salvato due donne umbre Subito dopo l’acquisizione del consenso, è partita la macchina per la donazione di organi: espiantati fegato, reni e cornee, come informa una nota stampa dal Silvestrini. Il fegato è stato destinato ad un paziente calabrese ricoverato presso l’ospedale di Catanzaro mentre i reni sono stati trapianti a due pazienti umbre, due donne di 65 e 39 anni, da tempo costrette a sottoporsi a dialisi presso la struttura di Nefrologia del Santa Maria della Misericordia. Una delle due si trovava in vacanza in Albania: dopo aver eseguito la dialisi presso il centro ospedaliero di Tirana, è stata trasportata in Italia. Entrambe le pazienti sono stazionarie, ma i sanitari sono fiduciosi sul buon esito del trapianto. Al lavoro per i trapianti equipe composta da oltre 50 persone, alcune delle quali riconvocate dalle ferie

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