Afferra bimbo al collo: condannato 38enne

Acquasparta: aveva inseguito un gruppo di ragazzini che festeggiavano la vittoria di un torneo di calcio, ‘accalappiando’ uno di loro

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La festa nella festa: quella di un gruppo di ragazzini di circa dieci anni – calciatori in erba che, era il giugno del 2014, avevano appena vinto un torneo – per i vicoli di un’Acquasparta addobbata e piena di gente in strada e nelle taverne. Canti, giochi, scherzi, sempre con in mano l’agognata coppa del torneo, di quelle che una volta vinte ti fanno sentire un po’ come quei campioni veri che si vedono in tv.

Festa rovinata Insomma, la serata – con i genitori che tenevano d’occhio i figli festanti – era di quelle piacevoli e allegre. Poi però qualcosa era andato storto, tanto che da un vicolo era spuntato un uomo sulla quarantina che, rincorrendo uno dei ragazzini, lo aveva raggiunto e afferrato al collo, cercando di strappargli la coppa di mano: «Ti spacco la capoccia», avrebbe anche urlato al minore, terrorizzato.

Le denunce L’intervento del padre del giovane aveva riportato un po’ di calma in quello strano parapiglia. Poi erano stati i carabinieri acquaspartani a verbalizzare il tutto e raccogliere denunce e testimonianze. Alla fine inseguitore – un camionista serbo che oggi ha 38 anni – è finito a processo, accusato di ‘esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone’.

«Non mi facevano dormire» Lunedì pomeriggio il giudice monocratico Marco Di Tullio lo ha condannato a due mesi di reclusione, dopo che in aula il pm Alberto Andreani aveva chiesto una pena di un mese. L’uomo si era precedentemente difeso dicendo che quel gruppetto di ragazzini ‘terribili’ non lo lasciava dormire, urlando e suonando in continuazione al suo campanello. Al processo non c’erano parti civili costituite.

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