Asm, escluso da gara fa ricorso e vince

Terni: la società si era classificata prima ma il titolare non aveva dichiarato un patteggiamento. Il Tar gli ha dato ragione

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Appalti pubblici e ‘grane’: questa volta tocca all’Asm che si è vista annullare dal Tar l’esclusione – sancita dalla ‘controllata’ – di una società che aveva partecipato alla gara – importo di base 189.550 euro – per l’affidamento del servizio di pulizia degli uffici delle sedi aziendali, risultando prima classificata fra le cinque partecipanti.

L’esclusione In pratica la società era stata esclusa dall’Asm sulla base del fatto che il titolare non aveva comunicato, nell’apposito questionario, di aver patteggiato nel 1995 una pena di 800 mila lire per lesioni colpose, legate ad un fatto avvenuto nel 1990. Per l’Asm quel patteggiamento doveva invece essere comunicato in quanto riferibile alla ‘moralità professionale’ dell’imprenditore.

Ricorso vinto Quest’ultimo, convinto delle proprie ragioni – e cioè che quel patteggiamento, poi estinto, non rientrava fra i reati legati alla ‘moralità professionale’ – attraverso l’avvocato Francesca De Nicola si è rivolto al Tar dell’Umbria che, dopo avergli negato la sospensiva, gli ha dato ragione nel merito. Nella sentenza i giudici hanno riconosciuto che «l’incompletezza della domanda non può mai giustificare l’esclusione da una pubblica gara, anche in considerazione degli istituti del ‘falso innocuo’ o ‘omissione innocua’ che richiedono un controllo sostanziale, e non meramente formale, sui requisiti di partecipazione da parte della stazione appaltante, nonché del principio generale di buona fede, considerato che i reati oggetto della condanna patteggiata del 1995 nulla hanno a che fare con la ‘moralità professionale’ in relazione all’oggetto dell’appalto e che la giurisprudenza ha ammesso la necessità di dichiarare le sole condanne ‘gravi’ e non tutte in assoluto».

«Soddisfatti» Per l’avvocato Francesca De Nicola la decisione del tribunale amministrativo «è pienamente condivisibile ed equilibrata». Ora resta da capire cosa possa accadere, visto che l’Asm, il 16 dicembre del 2015, aveva comunicato alla società in questione di essere risultata prima classificata nella gara. Il titolare si dice «pronto a subentrare nell’appalto» – e, chiarisce, «nessun posto di lavoro è a rischio in linea con le normative esistenti» – ma ora la palla passa alla ‘controllata’ che potrebbe appellare la sentenza di fronte al consiglio di Stato.

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