Ast, il Pd: «Area di crisi può essere occasione»

Terni, il segnale rivolto a ThyssenKrupp è chiaro: «Anche la multinazionale potrebbe beneficiare di risorse pubbliche da reperire nell’ambito del provvedimento specifico che riguarderà l’area Terni-Narni»

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di M.T.

La strategia prende forma e si delinea: la ThyssenKrupp Ast, secondo il Pd ternano, potrebbe (dovrebbe?) essere coinvolta nel quadro delle inziative da studiare e proporre – di quattrini ne potrebbero arrivare un bel po’ – per chiedere il riconoscimento – sulla faccenda com’è noto, ci sono scuole di pensiero molto diverse tra loro – dello stato di Area di crisi complessa.

Andrea Cavicchioli

Andrea Cavicchioli

L’Area di crisi Secondo Cavicchioli «è indubbiamente positiva la posizione comune assunta dalle istituzioni locali e dalle organizzazioni sindacali in vista dell’incontro del 22 marzo al Mise per la verifica dell’accordo Ast. In questo contesto assume rilievo la richiesta che andrà formalizzata di coinvolgimento dell’Ast per progetti da inserire nel percorso di riconoscimento di Area di crisi complessa per il territorio Terni-Narni, che deve prevedere forme concrete di incentivazione per verticalizzazioni produttive, ricerca e sviluppo del comparto della siderurgia, che rappresenta per il territorio e per il Paese un elemento rilevante per le politiche industriali».

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Le scorie Il capogruppo del Pd in consiglio comunale dice poi che «i progetti di riqualificazione ambientale e smaltimento delle scorie, che debbono tener conto delle prescrizioni già formulate nei procedimenti amministrativi pendenti e delle ulteriori indicazioni degli organismi preposti, assumono notevole rilievo per la comunità locale e per la stessa Ast e possono beneficiare di risorse pubbliche già previste dall’accordo e da reperire nell’ambito del provvedimento specifico che riguarderà l’area Terni-Narni e di fondi regionali, statali e comunitari disponibili per il settore».

Le strategie Andrea Cavicchioli, infine, chiarisce che «il confronto dovrà proseguire con il nuovo amministratore delegato Burelli, per avere certezze ed impegni comuni, nell’interesse reciproco, anche per quanto riguarda le strategie complessive della multinazionale». Soprattutto se, com’è stato cambiato l’amministratore delegato, dovessero modificarsi pure le strategie.

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