Cascia: battaglia sociale per un presidio sanitario fisso

I vari tagli alla sanità pubblica hanno determinato una situazione paradossale. I dettagli dell’iniziativa

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di Giovanni Cardarello

Sono oltre seicento le firme raccolte nel territorio del comune di Cascia per chiedere, con forza, la presenza fissa di un medico nel locale del pronto soccorso della città di Santa Rita. L’iniziativa è partita da una cittadina di Cascia, Anna Fiordelmondo, che ha deciso di attivarsi coinvolgendo tutta la comunità, per poi rivolgersi direttamente al sindaco Mario De Carolis, alla direzione della Usl Umbria 2 e non da ultimo all’assessorato alla sanità della Regione Umbria.

«Ho avvertito la necessità di fare qualcosa a dispetto di questa situazione», spiega in una intervista all’Ansa la Fiordelmondo, sottolineando con nettezza che i cittadini di Cascia vivono in un’area dell’Umbria difficile e svantaggiata e la presenza costante di un medico è di fondamentale importanza. L’iniziativa ha evidentemente smosso le acque, tanto che a stretto giro di posta è arrivata la risposta del direttore generale della Usl2, Massimo De Fino. Quest’ultimo ha sottolinato che il problema ha la sua origine nel protrarsi della difficoltà di reperire medici che accettino di lavorare a Cascia.

De Fino, nella missiva inviata alla Fiordelmondo e idealmente ai seicento firmatari della petizione, ha ricordato anche i vari bandi andati disattesi, malgrado alcuni incentivi economici garantiti a chi avesse accettato di lavorare nella città della Valnerina. Il direttore generale dell’azienda sanitaria ha ricordato, infine, che è in atto la riorganizzazione sanitaria che dovrebbe portare «alla normalizzazione dei servizi sanitari anche in tutto il territorio della Valnerina». Una riorganizzazione che, a meno di un anno dalle elezioni regionali, è però tutta da scrivere.

Gli fa eco il sindaco di Cascia De Carolis: «Di certo la situazione è molto pesante e difficile da accettare. Dopo gli anni complicati del terremoto e della pandemia, Cascia è tornata ai flussi turistici di un tempo». E questo fattore, secondo il primo cittadino, impone ancora di più l’esigenza di un servizio sanitario adeguato. «Quello che suggerisco alla sanità regionale – conclude il sindaco – è di prevedere un incentivo economico significativo ai medici che accettano di lavorare nella nostra città». L’obiettivo è per tutti gli attori della vicenda lo stesso: garantire un presidio di primo soccorso che sia tale.

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