Cessione Ternana: «Ecco la verità»

Simone Longarini torna in città e si toglie qualche sassolino dalla scarpa: «C’è stato un disegno scientifico per mandarci via. Un gioco al massacro»

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di S.F.

Dominicis e Longarini di fronte al tribunale

Il terzetto è composto dall’ex amministratore unico della Ternana Simone Longarini, l’ex amministratore delegato Stefano Dominicis e l’avvocato Massimo Proietti. Il 33enne romano è tornato in città per la prima volta da mesi a causa delle necessaria ‘visita’ al tribunale – c’è qualche bega giudiziaria con l’ex direttore sportivo Vittorio Cozzella da risolvere, in questo caso si tratta di una querela per diffamazione – di Terni e l’occasione è valida anche per commentare lo sviluppo societario rossoverde e, soprattutto, tornare sulla tanto discussa cessione alla Niccolò Cusano. Di note tecniche e gestionali – difficile aspettarsi altro visti i rapporti tra le parti – non se ne parla, invece Longarini lo fa eccome quando dà qualche delucidazione in più sui motivi che hanno fatto scattare la dipartita a favore del gruppo guidato da Stefano Bandecchi: «È stato un gioco al massacro. Ho accettato critiche e contestazioni, ma non le ingerenze. E sì, gli unici che hanno rispettato le regole per l’acquisizione sono loro. Girano tanti rumours non veri». Intanto per quel che concerne il futuro, da Napoli spunta la voce che vorrebbe via della Bardesca sulle tracce di Gianluca Grava per affidargli il ruolo di direttore sportivo dal prossimo anno.

LE PAROLE DI SIMONE LONGARINI SULLA CESSIONE, I DEBITI, LA SITUAZIONE ATTUALE E LA TIFOSERIA, VIDEO

SIMONE LONGARINI SU VITTORIO COZZELLA, 30 SETTEMBRE 2015. SCATTERÀ LA QUERELA. IL 33ENNE ASSOLTO

Di Girolamo, Ranucci e Longarini lo scorso 27 giugno

La cessione e la concorrenza di Unicusano In molti sono rimasti sorpresi dalla velocità – le tempistiche erano strette di partenza – con il quale si è concluso il passaggio di mano, quantomeno nella firma contrattuale in attesa dei vari ‘closing’. Longarini ci ritorna sopra per dare un paio di delucidazioni: «Sono sempre rimasto vicino come tifoso alla Ternana, questa è la prima volta che torno da quel 27 giugno. Riallacciandomi al messaggio che ho mandato a Bandecchi e che ha letto in conferenza, dico che non è stato facile cedere la Ternana perché era una società molto difficile da comprare pur avendo ottime sensazioni che avremmo sbloccate le quote sequestrate. Il fatturato è la metà di alcune squadre di B e si fa davvero fatica. Terni è una città di rumours e voglio chiarire sulle due fantomatiche cordate – Longarini non le cita, ma si tratta di Intergea e quella capeggiata da Piero Camilli – pronte a intervenire: Bandecchi e Ranucci l’hanno presa perché hanno seguito le regole, presentando le garanzie bancarie. Non è stata una scelta spinta da nessuno, anzi, c’era qualcun’altro che la voleva prendere e che si faceva rappresentare dalla politica. Ciò mi ha infastidito molto. Qualcuno mi ha chiesto di rimanere dentro con il 50% ma con gestione affidata a lui, dovevo quindi metterci soldi. Ecco, l’offerta era di questo tenore. Non mi pareva il caso. Per quel che concerne la cordata del nord confermo che c’è stato un incontro ufficiale a Fiumicino, ma quando il loro rappresentante ha visto i numeri si è alzato e se ne è andato. Parliamo – i dati della ‘sua’ Ternana – di una società che fatturava 6 milioni e ne costava 9,5. Non è poca la differenza».

IL BIENNIO DI SIMONE LONGARINI A TERNI: DALLA FIDUCIA INIZIALE ALLA BAGARRE TOTALE CON LA PIAZZA

I due comunicati di risposta alle curve in un giorno, febbraio 2017

Le ingerenze del tifo: «Gioco al massacro» Se c’è una cosa che non è mancata a Simone Longarini sono le diatribe con il tifo. Comunicati stampa, confronti, attacchi e risposte, gli ultimi mesi della sua gestione sono stati più che movimentati: «Ho letto molte le cose che non sono vere. Per quel che mi riguarda si dovrebbe fare un momumento a Bandecchi, al 100% non avrei iscritto la squadra se qualcuno non avesse acquistato la società: costa molti soldi e ho fatto molti errori, ha un senso farlo se qualcuno apprezza ciò che fai. Mi ero stufato di mettere quattrini e avere ingerenze da una parte del tifo sulla gestione della società. Non ero più disponibile ad accettare ricatti: andavano a parlare con i tesserati chiedendogli di prendere pubbliche posizioni contro la società, altrimenti sarebbero iniziate le contestazioni sulla persona. E prendo l’esempio di Benito Carbone, lui è stato messo alla berlina per questo motivo: lui non si è prestato ed è diventato un bersaglio. Ci teneva davvero alla Ternana ed è stato fatto implodere, stava facendo bene (insomma, ndr). Prendere paraculate e contestazioni mi stava bene, figuriamoci, eravamo ultimi. Ho dialogato con tutti i gruppi anche nella stagione 2015-2016. Ma non si possono minacciare le persone, c’era un disegno scientifico per mandarmi via e togliere di torno i Longarini. Un gioco al massacro che non ha portato a nulla, ho dovuto spendere parecchi soldi nel mercato di gennaio: in Lega Pro nessuno l’avrebbe presa. Tutto questo poi si riflette sul campo».

LONGARINI E LA ‘MARATONA’ CON I TIFOSI, NOVEMBRE 2016: INCONTRI SU INCONTRI

Uno degli striscioni per Longarini, 23 maggio 2017 (partita di saluti)

«Terni? Nessuno si è mosso» Un passaggio Longarini lo dedica anche alla ‘forza’ locale, a suo dire inesistente: «Per una questione di correttezza – replica quando gli si chiede delle difficoltà della proprietà attuale – non posso parlare degli aspetti tecnici della nuova gestione, non mi è stato chiesto e non ho dato alcun consiglio. Chi mette i soldi ha il diritto di prendere le sue decisioni. Sono grato a Bandecchi perché ha salvato il calcio a Terni e posso garantire che a Terni non si è mosso nessuno in tal senso: né la politica né gli imprenditori. In città nessuno si è alzato per dare una mano. Senza Bandecchi la Ternana non sarebbe iscritta a un campionato professionistico. Forse nemmeno a un torneo dilettantistico».

LA CURVA NORD A ZERO SU LONGARINI: «VENDI E VATTENE», NOVEMBRE 2016

Il messaggio per Simone Longarini nel match contro l’Ascoli, 30 dicembre 2016

La buona fede Il contesto attuale è pressoché identito a quello della scorsa stagione. Vale a dire che serve una discreta impresa per mantenere la categoria: «Sono convinto – il pensiero in merito – che la nuova società ha voglia di far bene e hanno la forza per farlo. Non necessariamente quando si parte con un buon progetto arrivano i risultati: anche io il primo anno ho fatto scelte sbagliate, come ad esempio quella di Domenico Toscano. Conta la buona fede, ce la stanno mettendo e hanno capito di aver fatto degli errori: serve unità per uscirne fuori e salvare la baracca. Se si sfalda la piazza è l’inizio della fine. Non posso che parlare bene di Bandecchi e Ranucci, non entro sugli aspetti tecnici. Non ho nozioni per dire nulla e non è questo il momento di fare casino».

 

DEBITI DELLA TERNANA: «TUTTO LINEARE», L’AVVOCATO PROIETTI E IL CAMBIO SULLA PARTITA DEBITI/CREDITI

La procura speciale di Longarini, ora revocata

Il ‘retaggio’ e i nemici casalinghi Longarini è stato per alcune settimane ‘procuratore speciale’ della nuova società. Un atto che serviva ad aggiustare la partita sui debiti/crediti: «Debiti con il Comune non so nulla, è passato tutto a loro. Hanno – ha aggiunto – tenuto alcune persone che lavoravano con me come Maria Grazia Fazi e l’avvocato Proietti, è normale che accada questo in un mondo normale. Ho letto tante elucubrazioni e retroscena su questo fatto. Liverani? Non entro in questi aspetti. Ripeto, a gennaio ho dovuto fare i salti mortali perché abbiamo dovuto combattere contro cose che mi avrebbero dovuto dare una mano. Abbiamo avuto i nemici dentro casa. Mi auguro che non avvenga più».

STEFANO BANDECCHI, IL ‘GETTONE D’INGRESSO’ E I SOLDI SPESI

Il gettone d’ingresso di Bandecchi: «Ni» L’imprenditore livornese ha parlato di 1,6 milioni di euro come ‘ticket’ per entrare nel mondo Ternana: «Ni, però condivido su ciò che ha detto Bandecchi. L’ha comprata e si è assunto una serie di obbligazioni attive e passive. A giugno non c’era la possibilità tecnica di fare una due-diligence completa e avevamo detto che alcune cose le avremmo coperte noi, poi è stato fatto un accordo che ha rettificato un po’ quello estivo».

L’ATTACCO DELLA CURVA EST: «PRESUNTUOSO E SUPERFICIALE»

Stefano Bandecchi in tribuna durante Ternana-Cremonese

Leadership o punti? Senza freni Longarini su questo argomento, tra l’altro già affrontato più volte nel corso del 2017: «Ho ricevuto critiche durissime e mi è stato anche detto che ‘attaccarti in pubblico fa crescere il mio peso tra i tifosi’ quando ho domandato perché si dicessero certe cose nonostante si conoscesse la verità. In privato i complimenti, in pubblico l’opposto. Quando iniziano certi meccanismi è finita. La condotta del tifo genera punti, è questo che si deve capire. Ho visto fare delle scelte per togliere punti e quindi mi sono chiesto se conta la leadership o la classifica. Non si poteva andare avanti e oltre a Unicusano non c’erano altri, le garanzie le hanno date loro: vi dico solo che in serie C c’è una società che è stata fatta fallire da concittadini romani che per anni hanno fatto la corte alla Ternana. Bisogna stare attenti nel mondo del calcio: c’è chi prende club, si prende i soldi della Lega, paga un minimo di costi, fa i buchi e prova a fare il salto. Come va, va, che gli frega a loro». Chiusura su un possibile nuovo impegno nel mondo del calcio: «Per il momento non ho interesse a rientrare. Una cosa bellissima che va fatta a tempo pieno, ma ora ho altre attività e tre bambini: per il futuro non lo escludo visto che mi piace e ho conservato tanti amici nell’ambiente, ma nel breve periodo è un no». Per ora c’è da battagliare a livello legale con Cozzella – e non solo – poi si vedrà: mercoledì mattina – accusa di diffamazione – è stata sancita l’assoluzione per Longarini.

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