Debiti della Ternana: «Tutto lineare»

Cessione e gestione debiti, l’avvocato Proietti: «Nessuna anomalia, l’operazione commerciale ha risposto alle aspettative». Marino senior punzecchia Pochesci

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di S.F.

Gianluca Fabi, Stefano Bandecchi e Sergio Cordaro

Niente battute, volto cupo, tono che si alza e linguaggio non proprio da Accademia della crusca. Sarà il disastroso momento rossoverde o, come da lui stesso ammesso, la pubblicità negativa che il suo marchio si sta portando dietro con la storia Ternana, fatto sta che Stefano Bandecchi tende ad alzare la soglia d’attenzione quando si parla di denaro a disposizione e da investire: «Ce l’avessero gli altri i soldi che ho io, pago 6 milioni di euro di tasse l’anno. Andate a vedere i miei bilanci», ha tuonato in due passaggi della conferenza fiume di martedì quando si è sentito ‘attaccato’ su questo aspetto. Non a caso l’imprenditore livornese, per dar forza al suo pensiero, ha parlato di «6 milioni già spesi quest’anno» e nel farlo – una delle novità emerse – ha sottolineato l’1,6 milioni di euro di debiti societari pagati come «gettone d’ingresso». Eppure in estate era stato detto qualcosa di diverso all’apparenza: Massimo Proietti, l’avvocato che ha seguito le varie tappe della cessione dalla famiglia Longarini all’università Niccolò Cusano, spiega che la questione è priva di anormalità.

STEFANO BANDECCHI: «SONO SGRADITO? CHIAVI SUL TAVOLO»

Stefano Ranucci e Massimo Proietti

Debiti pregressi e cambio Tra maggio e giugno era stato più volte ricordate che la cessione sarebbe stato pressoché gratuita e con la famiglia Longarini che si sarebbe accollata tutti i debiti pregressi. Martedì mattina Bandecchi ha invece evidenziato il «gettone d’ingresso nel mondo Ternana» da 1,6 milioni di euro: «No, non – le parole di Proietti in merito – ricorda male quel passaggio. Ma riguardava la fase del primo ‘closing’, avevamo assunto questo tipo di impegno perché non avevamo chiari i tempi precisi del secondo ‘closing’: per questo erano stati presi due anni di tempo a causa della questione riferita alle quote sequestrate. In considerazione di ciò, la gestione debiti doveva essere attuata in questo modo; poi con la definizione della situazione – lo sblocco delle quote e l’acquisizione del 100% – Unicusano si è caricata anche dei debiti». Tra i quali rientrano quelli con il Comune di Terni – a proposito, manca ancora la firma sulla convenzione quinquennale – per lo stadio.

BANDECCHI: «TERNANA CON ZERO DEBITI ORA, GETTONE D’INGRESSO DA 1,6 MILIONI DI EURO»

Di Girolamo, Ranucci e Longarini lo scorso 27 giugno

L’annuncio di azzeramento Al 30 giugno 2017 i debiti della Ternana risultavano essere pari a 2 milioni e 582 mila euro, l’80% dei quali riferiti a quelli verso i fornitori e ai canoni scaduti per l’utilizzo del ‘Liberati’. Martedì Bandecchi ha parlato di una società senza più debiti: «Abbiamo sempre detto – aggiunge Proietti sul pagamento da parte della nuova proprietà – che era a titolo gratuito ‘relativo’. C’erano alcuni pregressi non importanti, dei quali nel tempo si sarebbe andata a far carico la nuova proprietà: è avvenuto nei passaggi successivi. A ciò si sono aggiunti dei costi ‘tecnici’ cui far fronte nella prima fase».

LO STADIO E I CONTI IN SOSPESO: «NO CONTENZIOSI»

«Valutato bene» Il legale ternano ha notato che anche lui è finito nel mirino di qualche tifoso: «Per questo motivo – si ricollega al discorso – avevamo valutato il discorso della necessità di solvibilità della nuova proprietà. Qualcuno in questi giorni ha anche detto ‘ma Proietti ha valutato bene o no?’. La risposta è sì, perché la solvibilità riguardava la possibilità di far fronte a una serie di impegni: sapevamo che la stagione attuale che avrebbe comportato impegni economici di un certo rilievo e serviva tranquillità sia per far sì che fossero superati, sia che nella successiva ci fossero investimenti per una situazione di equilibrio e serenità».

«CESSIONE TERNANA NON A COSTO ZERO»

La procura in questione, ora revocata

L’operazione commerciale Male, malissimo sul campo. Ed è quello che preoccupa: «Accanto a questi costi societari e pregressi, c’era naturalmente l’aspetto meramente sportivo. Qui è chiaro – prosegue Proietti – che abbiamo sempre sperato e lo facciamo tuttora che ci sia lo stesso impegno e serietà garantita in tutto il resto: i conti della Ternana sono sotto gli occhi di tutti e Unicusano su questo ha svolto un lavoro ineccepibile. Poi dal punto di vista calcistico è un altro discorso e non ci entro. Ma l’operazione commerciale ha risposto a tutte le aspettative di livello economico: finora c’è stato il rispetto della scaletta e dei tempi di marcia su questo aspetto».

LA PROCURA SPECIALE PER SIMONE LONGARINI

La procura per Simone Longarini Il 29 novembre l’ex amministratore unico rossoverde era stato nominato ‘procuratore speciale’ con possibilità di agire su due conti correnti intestati alla nuova proprietà: «L’avevamo ipotizzato – il commento di Proietti – la procura perché nonostante la buona volontà nel terminare questi passaggi, tutta la situazione debitoria – con cause in corso oltretutto, specifica – richiedeva una gestione. In sostanza chi aveva le partite positive/negative in mano se le doveva tenere in attesa del completamento dell’iter: avrebbe dovuto avere valore per alcuni mesi e invece è stata revocata a fine dicembre. Di fatto – conclude l’avvocato – era un sistema per garantire la gestione dei debiti nell’ipotesi in cui non fossimo stati così veloci nel chiudere l’operazione al 100% con la proprietà nuova. Longarini agiva su conti dedicati esclusivamente a quello, con soldi suoi: un binario morto di fatto, utile solo ad occuparsi della partita debiti/crediti». Poi tutto in mano a Unicusano, anche i debiti.

IL CLOSING DEFINITIVO DEL 24 OTTOBRE E L’ANNUNCIO DEL 15 NOVEMBRE

Daniele e Raimondo Marino

L’amarezza di Raimondo Marino «Marino ha rifiutato le destinazioni possibili e quindi è bloccato fino all’estate. Purtroppo, si dice a Roma, quando sono di ‘coccio’ c’è poco da fare». Tornando al campo, c’è un giocatore – l’unico ‘over’ – che da qui al termine della stagione non disputerà più gare ufficiali in maglia rossoverde: è il centrale ex Fondi, di fatto ‘tagliato’ già da inizio gennaio e senza chance di poter giocare. Non una bella notizia per il padre, Raimondo, ex tecnico della Ternana e che segue da vicino le vicissitudini di via della Bardesca. Il 57enne di Messina, senza troppi giri di parole, spiega che «Daniele a livello morale non sta bene; la scelta di Pochesci ha lasciato a desiderare visto il tipo di prestazioni che aveva fatto. Quando ha giocato titolare non ha fatto male e poi si è ritrovato fuori lista, purtroppo non era simpatico a qualcuno della società e in primis al vecchio tecnico. Confidiamo in Dio, noi non abbiamo mai accettato compromessi con nessuno e siamo persone perbene». C’è da dire che Marino ha avuto l’opportunità di finire l’annata altrove: «Le società dove poteva trasferirsi? Non c’erano garanzie economiche per quel che concerne Fondi e Arezzo, non si può lasciare per prendere una cosa insicura».

LA CADUTA DEL SEQUESTRO GIUDIZIARIO

Il confronto tra i tifosi e Bandecchi fuori i cancelli

L’atteggiamento e le contestazioni Per quel che concerne il patatrac ambientale venutosi a creare nell’ultimo mese, Marino ‘sposa’ la linea tregua: «Serve stare vicini alla società e ai giocatori in questa fase. Bandecchi – il giudizio sull’imprenditore livornese – non ha alcuna colpa sulla campagna acquisti o di come gioca la squadra. Ha avuto piena fiducia sui suoi uomini e posso solo dire di non lasciarlo andare perché altrimenti come lui in giro non se ne trovano: purtroppo ha creduto in certe persone che poi lo hanno deluso. Se si contesta – conclude – in modo continuo i giocatori non saranno mai tranquilli».

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