Comune di Terni, opposizioni scatenate

Dopo la presentazione della manovra di riequilibrio, la giunta comunale finisce sotto accusa: il consiglio comunale di fine anni sarà al calor bianco

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Sul piano di riequilibrio del Comune di Terni arrivano – violentissime – le bordate delle opposizioni. Che, oltre ai giudizi negativi, lanciano anche accuse decisamente pesanti. E forse destinate a provocare anche reazioni extrapolitiche.

enrico-melasecche-copy«Bugiardi» Enrico Melasecche, consigliere comunale di ‘I love Terni’ è sarcastico: «Le ultime parole famose: “non aumenteremo le tasse”, come dire sarà una passeggiata. Bugiardi! Purtroppo le cifre che emergono erano ampiamente previste da chi aveva cognizione della reale situazione di vergognoso, irresponsabile indebitamento, gonfiato a dismisura nei dieci anni di Raffaelli ma altrettanto irresponsabilmente accresciuto e nascosto nel primo quinquennio di Di Girolamo. Ma solo oggi, grazie anche all’azione durissima di alcuni consiglieri di opposizione che hanno stretto alle corde la giunta, sono riusciti a portare alla luce debiti su debiti, sprechi su sprechi e, in generale, un modo di amministrare una città con faciloneria, disorganizzazione ma anche molta, troppa furbizia».

Potere e cerchio magico Per Melasecche, «ora pagheranno i ternani, tutti, con la differenza che alcuni capi, capetti, figli d’arte, garantiti dormono sonni tranquilli, ma 110.000 cittadini toccheranno con mano cosa significa essere amministrati bene o male. Di Girolamo rimane sulla poltrona per una questione di Etica? Ci vuole una certa faccia di bronzo nel prendere in giro i propri cittadini. L’unica Etica che lui conosce è quella del potere del cerchio magico che si è ingrassato in questi anni, che ha finanziato le sue campagne elettorali ed i Festival dell’Unità. Errori, molti, ignoranza di regole elementari dell’economia, ma anche sordità totale alle proposte serie che in questi lunghi anni di scelte avevamo rivolto con appelli accorati a chi sghignazzava nella certezza della totale impunità».

«Devono pagare» Chi ha amministrato in questi anni, secondo Melasecche, «dovrebbe, se esiste una giustizia in Italia, pagare di tasca propria per il danno materiale e morale, enorme, causato alla città. Ciò che Di Girolamo non dice sono le conseguenze drammatiche di tipo deflazionistico che questa manovra causerà alla nostra già asfittica economia. Circa 25 milioni sottratti alle famiglie, alle imprese, causeranno una ben maggiore riduzione drammatica di fatturati di migliaia di piccole imprese artigiane e commerciali con chiusure, fallimenti e perdite di posti di lavoro. Peraltro molte delle misure decise non presentano una reale fattibilità, soprattutto nei tempi ipotizzati. Le farmacie svendute ad un prezzo pari a circa la metà del loro valore in tempi normali, immobili e terreni quasi regalati se non quelli ceduti all’Ater che, sordo alle richieste delle famiglie che chiedevano di poter riscattare vecchissimi appartamenti quasi fatiscenti, corre in soccorso rosso per reggere una giunta che ormai ha gettato la maschera».

Le responsabilità Il consigliere di minoranza, poi, annuncia che «chiederemo, per quanto la legge ce lo consente, un’azione di responsabilità nei confronti di coloro che hanno prodotto questo disastro, ma anche verso chi doveva controllare in modo adeguato e non lo ha fatto. Chiederemo a tutti i ternani, di qualsiasi colore politico, che sia esperita, con le modalità che verranno approfondite, un’azione di responsabilità politica nei confronti di questi dilettanti allo sbaraglio. Di Girolamo torni a fare il medico, Piacenti torni a fare il commercialista perché dopo aver fatto approvare ai consiglieri comunali di maggioranza bilanci in pareggio o addirittura in avanzo per anni, tutti falsi e tutti erano perfettamente resi edotti anche dal sottoscritto, ora non possono permettersi di continuare a governare Terni».

Thomas De Luca

Thomas De Luca

«Il dissesto» Il capogruppo del M5S, Thomas De Luca, è categorico: «Fermi tutti è ora di calare il sipario. Il Comune non può procedere alla manovra di riequilibrio finanziario pluriennale, più comunemente chiamata ‘predissesto’, perché è già nella fase successiva, quella del dissesto, da ben 3 anni. Lo diciamo carte alla mano, il tutto scritto nero su bianco mettendo a confronto i rendiconti degli anni 2013-2014-2015 con la documentazione emersa negli ultimi mesi e negli ultimi giorni. Per tre anni i debiti fuori bilancio sono stati occultati scientemente al fine di impedire il riconoscimento dell’ottavo indicatore di deficitarietà strutturale che avrebbe portato a cinque su dieci i parametri negativi, svelando il dissesto dell’ente».

I debiti De Luca, poi, aggiunge: «Nelle relazioni dei revisori è possibile leggere come sia per il 2013, che per il 2014 la cifra dichiarata sia zero, mentre nel 2015 vengono dichiarati solo ed esclusivamente i 500 mila euro del percolato». Per il capogruppo «decisiva è stata la gestione delle fatture per quanto riguarda l’appalto della refezione scolastica, servizi emessi nell’anno di competenza quando le stesse fatture venivano protocollate in entrata, ma impegnate nell’anno successivo. Un debito fuori bilancio quindi mascherato da passività pregressa, un costante e sistematico scostamento in eccesso tra la spesa reale e la spesa autorizzata nascosto trascinando di anno in anno le fatture. Sacca di debiti esplosa con l’introduzione della fatturazione elettronica che ha creato un corto circuito insanabile nel 2015. Questione delle mense che è solo la punta dell’iceberg. Non solo, le richieste di variazione costantemente inascoltate dall’assessore hanno comportato il mancato intervento in rispetto degli equilibri di bilancio imposto dalla legge».

Il futuro Non può che «suscitare tenerezza chi a Terni si dimena chiedendo le dimissioni della Raggi a fronte del parere negativo del collegio dei revisori sul bilancio di previsione della capitale. Sono gli stessi che parlano di ‘futuro della città’, senza pensare che la città che viviamo oggi è quella città del futuro che loro hanno immaginato 20 anni fa. Loro che la amministrano ininterrottamente, vantandosi orgogliosamente di averla condotta nel dissesto, coloro che hanno ancora una volta ipotecato il futuro delle prossime generazioni, legando le mani anche a chi sarà chiamato a risolvere i disastri compiuti dal Partito Democratico in questa città». Per De Luca «stiamo perdendo tempo mentre la città affonda. Tempo prezioso per salvare aziende e posti di lavoro che invece viene usato per trattenere la corda a cui è appesa una classe dirigente che ha fallito ed ha trascinato la città nel baratro. Non c’è nessuna etica in questo».

Marco Cecconi

Marco Cecconi

«Passato il segno» Marco Cecconi, consigliere comunale di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, è furioso: «Di Girolamo e il suo assessore al bilancio hanno passato il segno: anticipando ai media locali quello quello che i consiglieri a questo momento ancora ignorano completamente, pur essendo chiamati ad assumersi il 28 e il 29 dicembre prossimi, con il proprio voto, la responsabilità del predissesto e del relativo piano. Così, tanto per fare un po’ di fumo pre-natalizio e provare a dare a bere all’opinione pubblica che tutto va bene madama la marchesa.

Le vendite Secondo Cecconi «il trucco è sempre lo stesso (fumo) e il giudizio va di conseguenza: bugiardi. A chi cercheranno di vendere la Fontana di Trevi, questa volta, come in celebre film? A chi cercheranno di svendere le farmacie comunali e tutta una serie di beni mobili, per tappare i buchi? A quali cifre? E tutta la partita del dare/avere tra Palazzo Spada e Asm è ricompresa oppure no nei 15milioni e mezzo di debiti? Solo adesso ci si accorge che l’appalto per il Caos è un salasso per le tasche dei ternani? Chi altro verrà a bussare alla porta, se per il “contenzioso” vengono accantonati qualcosa come 4milioni di euro? E di quali tagli alle mense si farnetica, se l’appalto per la refezione scolastica – proprio una delle cose su cui sta indagando la Procura – prevedeva oltre 20 milioni di euro e gli interessati, stando alle intercettazioni, lo giudicavano un buon affare? Bugiardi, ancora una volta».

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