Comune di Terni, ‘pensionati’ a casa

Fino a oggi chi maturava il diritto ad uscire poteva chiedere di restare al lavoro: per circa 25 dipendenti, in tre anni, non sarà più possibile. I risparmi

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Complessivamente sono circa 25 e nel giro di tre anni usciranno da palazzo Spada (in senso lato, perché lavorano anche nelle altre sedi tra le quali si dividono gli uffici del Comune di Terni).

Madia Otto dipendenti del Comune che stanno maturando il diritto di andare in pensione, per cominciare, hanno già ricevuto la comunicazione ufficiale, con la quale – tra il 1 ottobre 2016 e i 1 febbraio del prossimo anno – andranno a casa: «Si tratta – spiega l’assessore Vittorio Piacenti D’Ubaldi – dell’applicazione della norma, prevista dal ‘decreto Madia’ e che permette di respingere le richieste di permanenza al lavoro presentate da chi, appunto, ha maturato il diritto alla pensione».

La permanenza Già, perché fino ad oggi, invece, un dipendente comunale, spiega Piacenti D’Ubaldi, «poteva chiedere di restare al lavoro anche avendo raggiunto il limite minimo contributivo, ma con la riforma della pubvblica amministrazione prevista dal governo, ora si può rispondere con un diniego a questa richiesta e, stante la situazione economica nella quale si trova il Comune, abbiamo deciso di avvalerci della possibilità che ci viene offerta, soprattutto perché i dipendenti non avranno nessuna decurtazione dal reddito previsto».

I risparmi Oltre agli otto di quest’anno, ad essere in ‘uscita’ dal Comune di Terni ce ne saranno, più o meno, altrettanti nel 2017 e nel 2018: con un risparmio previsto, a regime, di circa 700 mila euro all’anno per palazzo Spada.

La pre Fornero Questo provvedimento, di fatto, manda nel dimenticatoio le intenzioni dell’amministrazione di mandare a casa – utilizzando le procedure ‘pre Fornero’ – un numero ancora maggiore di dipendenti: «Intanto perché credo che ormai saremmo fuori tempo massimo – spiega ancora l’assessore – e poi perché con quelle procedure il personale avrebbe effettivamente avuto delle ricadute negative sul piano economico».

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