Comune di Terni, predissesto e tensioni

La situazione appare ormai fuori controllo: ennesimo ‘strappo’, venerdì mattina, tra l’assessore Andreani e la prima commissione

Condividi questo articolo su

Lo strappo, l’ennesimo, venerdì mattina. A dimostrazione di quanto ormai la situazione sia deteriorata: la prima commissione consiliare del Comune di Terni aspettava l’assessore all’urbanistica, Francesco Andreani, per discutere di una delibera – la 215 – di giunta, alla quale i commissari avevano chiesto di apportare delle modifiche. Ma l’assessore non si è presentato e la commissione – con la sola astensione, del presidente Chiappini – ha votato per il rinvio in giunta della delibera stessa.

Il precedente Il ‘dissidio’ tra Andreani e la commissione era già sfociato in un clamoroso sfogo dell’assessore in consiglio, che aveva poi determinato una presa di posizione del sindaco e una successiva riunione della maggioranza, che oltre le solite dichiarazioni di principio aveva solo evidenziato le tensioni. Quello di venerdì mattina, insomma, sembra essere l’ennesimo episodio di una vicenda che conferma lo stato di una maggioranza ormai in chiaro affanno.

Clima teso E che a palazzo Spada si sia ormai alla vigilia di annunci ‘storici’ lo confermano anche le parole di un importante rappresentante della maggioranza: «Decidere per il predissesto sarebbe un autentico atto di coraggio – dice – perché sarebbe la prova che siamo capaci di prendere atto degli errori commessi negli anni scorsi e dei quali stiamo pagando le conseguenze. Ovvio – dice poi – che alla decisione dovrebbe farne seguito un’altra, non meno coraggiosa. Quella di fare i nomi e i cognomi, due in particolare, dei principali responsabili della situazione nella quale ci hanno cacciati».

Predissesto, sì o no? Dato per scontato che sindaco e giunta stiano decidendo se e come dichiarare che la situazione è ormai giunta ad un punto di non ritorno sul piano dei conti, si presenterebbero due strade tra le quali scegliere: ‘spalmare’ i debiti  su dieci anni, con un piano di rientro credibile o chiedere aiuto al fondo di rotazione al quale i Comuni in fase di predisposto possono accedere. La prima è più comoda – perché permette una gestione autonoma – mentre la seconda è più drastica, perché si entrerebbe in una sorta di ‘amministrazione controllata’.

Forza Italia «Predissesto finanziario. Un’espressione che da sola basta ed avanza per delineare la disastrosa situazione nella quale versa l’amministrazione locale. Un colpo durissimo – scrive Forza Italia – per chi, nonostante tutto, continua ad amare questa città così bistratta da oltre un decennio. E si, perché se siamo giunti sull’orlo del baratro, di fatto la responsabilità è di tutte quelle giunte, rigorosamente progressiste, che si sono succedute a partire dalla seconda metà degli anni ’90. Le voci che si rincorrono a Piazza Ridolfi parlano di un buco che si sta dilatando sempre più, tanto da assumere pian piano i connotati di una vera e propria voragine. Già, le voci. Del resto qui a Terni non abbiamo mai avuto la cortesia, da parte del governo cittadino, di conoscere la reale portata dello sbilanciamento dei conti. Insomma, concetti quali trasparenza e chiarezza stanno a Di Girolamo e compagni come la preparazione e l’abnegazione si associano ad uno studente svogliato. Perché in fondo il punto è questo: o si è in grado di dire come effettivamente stanno le cose, prospettando una via d’uscita realistica e fattibile, oppure si prende atto della propria inettitudine e si getta dignitosamente la spugna. Come la pensiamo noi di Forza Italia ormai è assodato: dopo una incessante sequela di disastri l’unica soluzione è il ritorno alle urne. Terni è in predissesto finanziario. E’ davvero troppo: questo territorio non si merita tanto sfacelo».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli