«Fase avanzata di sviluppo» per 5 vaccini

Italia, 23 aprile: al minimo il rapporto fra nuovi contagi e tamponi. Locatelli: «Per la commercializzazione servono comunque mesi»

Condividi questo articolo su

Conferenza stampa nel pomeriggio di giovedì 23 aprile, la seconda da quando la cadenza è diventata bisettimanale (lunedì e giovedì) da parte della Protezione civile nazionale per fare il punto sull’emergenza coronavirus in Italia. In apertura il capo dipartimento Angelo Borrelli – con lui il professor Franco Locatelli (presidente Consiglio superiore di sanità) – ha fornito i dati del giorno: «I casi attuali di coronavirus sono 106.848 con una diminuzione di 851 unità rispetto a ieri. Dall’inizio dell’emergenza registriamo 189.973 casi di Covid-19 (numero che comprende positivi, guariti e deceduti, ndR) ed oggi l’aumento è stato di 2.646 unità. I guariti sono 57.576, ovvero 3.033 in più rispetto a ieri. Scendono ancora i ricoveri in intensiva: sono attualmente 2.267, 117 meno di ieri. Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 66.658 tamponi. Purtroppo registriamo 464 decessi». Al minimo (4%) il rapporto fra tamponi e nuovi casi di Covid-19.

EMERGENZA CORONAVIRUS – UMBRIAON

L’analisi

Locatelli, in relazione ai numeri del giorno – di cui lo stesso Borrelli ha evidenziato, decessi a parte, l’importanza in senso positivo – ha detto che «dal 5 aprile, con la sola eccezione di un giorno, c’è stata una riduzione del numero dei pazienti ricoverati. Dal 3 di aprile costantemente, ogni giorno, c’è stata una riduzione dei pazienti in intensiva. Oggi poi è il quarto giorno consecutivo in cui il numero dei positivi attuali è in calo. In quattro regioni non abbiamo riscontrato alcun decesso, in due regioni un solo decesso. L’indice di contagiosità R0 si attesta fra lo 0,5 e lo 0,7».

Focus sui vaccini

«Ad oggi – ha spiegato Franco Locatelli – abbiamo l’evidenza che per due potenziali vaccini negli Usa, uno in Inghilterra, uno in Germania ed uno in Cina, c’è una fase avanzata di sviluppo. Ciò non vuol dire imminenza di commercializzazione ma messa a punto di approcci vaccinali in grado di sviluppare una risposta immunologica protettiva per chi verrà sottoposto al vaccino. Ad oggi non sappiamo quanto duri l’immunità protettiva in soggetti che verranno sottoposti ad una profilassi vaccinale. Andiamo da scenari del tutto favorevoli, con la vaccinazione che protegge in maniera permanente, ad altri in cui la protezione immunologica contro le proteine fondamentali per il legame del virus rispetto ai recettori delle cellule umane, può avere una durata più transitoria con strategie necessarie di ripetizione dello stimolo vaccinale. Servono ancora dei mesi – ha chiarito il presidente del Css – prima di poter pensare alla commercializzazione di tali vaccini ed ancora non sappiamo quanto durerà la protezione vaccinale». Sugli studi clinici relativi ai farmaci: «Mi fa piacere anche ricordare che oggi Aifa ha analizzato 114 studi, 26 hanno ricevuto parere favorevole e 13 sono stati già attivati».

«Troppi rischi attività produttive e scuole aperte insieme»

Sulla ripartenza dell’attività didattica nella ‘fase due’, Locatelli ha spiegato che «nei modelli sviluppati, la riapertura delle scuole in concomitanza con il riavvio delle attività produttive, avrebbe comportato lo spostamento ben oltre l’1 dell’indice di contagiosità R0. Ciò è quanto abbiamo rappresentato al Governo, unico chiamato a decidere».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli