Da Rieti a Perugia, sacerdote a 44 anni

Don Antonio Paoletti, nipote di Monsignor Chiaretti, ha lasciato la professione di ingegnere per abbracciare la fede

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«A fossi o a greppi, purché si vada». Con questo saluto, Don Antonio Paoletti, 44 anni, ha congedato le tante persone che hanno partecipato domenica mattina, nel prefabbricato di Prepo, alla sua prima celebrazione dopo l’ordinazione sacerdotale.

LA PRIMA MESSA A PREPO (VIDEO)

La sostituzione Originario di Leonessa, lavorava a Rieti, al Comune, come responsabile dei cantieri. Poi, scaduto il contratto, la richiesta dello zio, l’arcivescovo emerito Giuseppe Chiaretti: il suo segretario doveva assentarsi per una settimana, così la richiesta al nipote di aiutarlo nelle faccende amministrative per il tempo necessario. Doveva rimanere pochi giorni, è ancora lì. Una vocazione da adulto.

La prima vetta È diventato sacerdote il 13 maggio, nel giorno della Madonna di Fatima. Domenica 14 la sua prima messa, nel prefabbricato di via dell’Acacia, a Prepo. Chiesa brutta (lo stabile). Chiesa bella (la comunità). La struttura è spoglia e disadorna, ma all’interno pulsa di emozione: i canti risuonano e gli occhi sono lucidi per Antonio (lo chiamano tutti così, senza il ‘don’: non si sono ancora abituati), che arriva a questa prima vetta, «la prima di tante, un punto di partenza, non di arrivo».

«Son felice» Alla fine della celebrazione tutti in fila a baciargli le mani, come da tradizione per i novizi. Ma c’è chi non si accontenta: lo abbracciano, si inginocchiano, lo stringono a se. «Qui sono stato accolto – racconta a umbriaOn – proprio in questo prefabbricato, dove si incontrano le persone del Rinnovamento nello Spirito. Ho conosciuto persone speciali e ho cominciato il mio percorso. Ora sono sereno, felice, ho visto tante meraviglie e spero di continuare a vederle. Sono molto sereno. Sono felice». Se ne accorge mentre lo dice. E lo ripete: «Son felice, sì».

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