Derivato Terni Reti e modifica statuto comunale: via libera e scontro sul passato

Venerdì il doppio passaggio in commissione consiliare: la partita si accende quando Corridore ricorda Raffaelli per il derivato Collar, Kenny e Spinelli alzano i giri

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di S.F.

Bernocco e Corridore

Molte spiegazioni di natura tecnica ma anche un pizzico di bagarre politica. Ne sono uscite due ore di confronto – indicativi a tratti gli sguardi delle figure tecniche presenti in aula – con tanto di sospensione di mezzo e alla fine doppio via libera con soli voti della maggioranza: doppio passaggio in III commissione venerdì mattina per l’informativa/presa d’atto sull’estinzione del derivato Collar nell’ambito di Terni Reti e la modifica dello statuto comunale per ciò che concerne i consiglieri delegati e la partecipazioni dei singoli cittadini. Tutto materiale che ora sarà al centro dell’attenzione del consiglio di lunedì.

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Marcucci e Campi

I temi e i 2/3 della maggioranza 

Gli argomenti sono già noti – la modifica dello statuto e la novità per Terni Retii dettagli sono negli articoli linkati – e ora sono pronti per essere trattati in consiglio comunale. A dare le delucidazioni del caso sono stati il vicesindaco Riccardo Corridore nel primo caso, l’Au della società partecipata Alessandro Campi e la dirigente al governo societario Grazia Marcucci nel secondo; in aula anche il dirigente agli affari istituzionali Cataldo Renato Bernocco, la PO Simona Coccetta e il coordinatore amministrativo Marco Granocchia. La parte più interessante del punto iniziale di discussione, al netto delle varie visioni politiche, è stata la votazione: 5 favorevoli (AP) e 3 non espressi sponda minoranze. «Non sono sufficienti i 5 per la modifica dello statuto sulla base dell’articolo 95, serve la maggioranza dei 2/3», ha fatto presente Marco Celestino Cecconi (FdI). «No, vale per il consiglio e non la commissione», la replica del presidente Claudio Batini. Cinque minuti di sospensione per vederci chiaro e si fa avanti. «A seguire il ragionamento di Cecconi le commissioni dovrebbero essere soppresse, se non c’è esplicitazione nella norma è palese che non c’è fondamento giuridico e logico in ciò che dice», la chiosa di Corridore stesso.

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Masselli

Più bagarre su Terni Reti

Sul capitolo della partecipata la storia è stata più lunga, anche perché di mezzo ci sono stati interventi politici con inevitabili repliche. Per la gioia dei tecnici presenti. Fatto sta che Campi – poi supportato dalla Marcucci per spiegare l’emendamento proposto dal sindaco Stefano Bandecchi, mera questione di aggiornare le date – ha riepilogato la complessa vicenda sviluppatasai dal 2007 con la sottoscrizione dello strumento finanziario e poi, tra mille problemi, portata a felice soluzione grazie al lavoro di Carlo Alberto Befani, Stefano Stellati e ora il neo Au. La dirigente ha aggiunto che sono cambiate le date di deposito della Ctu (15 dicembre) e soprattutto il fatto che non ci sarà un nuovo piano industriale 2024-2027, bensì si aggiornerà l’esistente 2022-2024. Lo scontro politico prende corpo quando Corridore decide di tirare fuori il nome dell’ex sindaco Paolo Raffaelli: «Questa è una prima inizione di ossigeno per Terni Reti. Sulla storia del Collar ci potrà aiutare il professor Kenny. Ci potrebbe raccontare del perché la giunta Raffaelli nel 2007 stipulò un contratto derivato che, ad oggi, ci è costato più del mutuo. Una responsabilità gravissima. Diamo atto a Befani di aver avviato il contenzioso. Ora chiudiamo un iter che ha portato danni per via di una scelta scellerata di quell’epoca».

Spinelli e Kenny

Spinelli e Kenny alzano i giri

Il primo a scattare dopo aver sentito le parole di Corridore è Pierluigi Spinelli (PD): «Dopo aver sentito Campi avevo intenzione di esprimere il parere favorevole, poi è arrivato l’intervento di Corridore. Che è in continua campagna elettorale. Noi lo diciamo da tempo: più che amministrare voi state facendo campagna elettorale». Orlando Masselli (FdI), che avviò l’operazione in questione da assessore a bilancio/partecipate dell’era Latini, la giunta Bandecchi «ha la fortuna di trovare la palla davanti alla porta vuota; faremo accesso agli atti se tutto è stato fatto in modo regolare. Si chiude un capitolo oscuro della nostra società». Da parte sua focus anche sulle consulenze richieste per ulteriori pareri da giugno in avanti. A replicare al vicesindaco anche Josè Kenny (Innovare per Terni), chiamato in causa dall’avvocato: «Sono orgoglioso del lavoro svolto come consigliere comunale con Raffaelli e, all’opposizione, con Ciaurro sindaco. Fatto in mkodo più pacato, elegante e proficuo per la città rispetto ad oggi. Raffaelli fece molte cose positive per la città. Certo, non si può avere la palla di cristallo per le operazioni finanziarie. Ringrazio Campi, ma non capisco questo interesse di AP e Corridore nel voler sempre fare riferimento al passato. Questa operazione è di copertura rispetto a ciò che non state facendo per Terni. Ospedale? Acciaieria? Nulla. Cospea? Solo posizionata una transenna con l’avviso. Quando cominciate davvero a fare qualcosa?», l’attacco del professore. «Ci siamo da cinque mesi, le cose che abbiamo annunciato le faremo. E questa non è campagna elettorale, ma cronaca», la risposta di Corridore. Una volta chiusa la contesa politica, si è passati al voto: anche in questo caso 5 favorevoli e 3 non espressi. «La maggioranza può andare avanti da sola. Oggi avremmo dovuto impostare la discussione su ben altro livello», l’ultimo spunto di Spinelli. Difficile immaginare un clima più soave lunedì in consiglio.

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