Di Girolamo-De Luca, battaglia a Terni

Tra il sindaco e il consigliere del M5S è duello serrato. Il primo: «La sua lettera è intrisa di violenza», il secondo «Perché mi offende senza alcuna ragione?»

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Prima c’era stato l’attacco – durissimo – di Thomas De Luca (M5S) nei confronti di Leopoldo Di Girolamo, poi la replica dei due segretari – provinciale e comunale – del PD in difesa del sindaco. Ora Di Girolamo e De Luca si confrontano direttamente  in un botta e risposta che riportiamo integralmente.

Leopoldo Di Girolamo

di Leopoldo Di Girolamo
Sindaco di Terni

Gentile consigliere De Luca,
ci sono due forze motrici nella vita, una è la paura. E quando si ha paura ci si ritrae dalla vita. Non sono mie considerazioni ma di John Lennon.

La sua lettera è intrisa di violenza, condita a tratti di minacce. E’ la lettera di chi sventola la corda davanti alla persona da impiccare, per rimanere alla corda che, secondo Lei, io starei tirando. Lei dice che ha mostrato magnanimità nei miei confronti e che finora non ha infierito. E’ però pronto a farlo se io non faccio i bagagli da Palazzo Spada.

Nella sua lettera Lei, oltre a mostrare una sicumera e una arroganza senza confini, mostra di non conoscere minimamente non solo quelle che sono le consuetudini del vivere civile, ma neanche quello che detta la nostra Carta Costituzionale.

Essa, infatti, mette al primo posto il rispetto della persona e la tutela della sua dignità, persino per coloro che sono oggetto di condanna definitiva. Di qualunque tipo di condanna definitiva. Anche per i reati più gravi e detestabili. Perché nella nostra Carta Costituzionale la persona – anche l’ultima – merita rispetto in quanto uomo o donna.

L’INCHIESTA IN COMUNE

Ma ci sono altri passaggi inquietanti nella sua lettera. Lei parla esplicitamente di intercettazioni da rivelare e rimanda, meno esplicitamente, a nuovi sviluppi. Non so a cosa alluda, se è semplice millanteria o se è in possesso di informazioni che, secondo la legge, dovrebbero essere riservate e a disposizione unicamente degli inquirenti.

Quello che so io, con estrema certezza, è quello che ho fatto e come lo ho fatto. E come sempre accaduto nella mia vita sono pronto a risponderne. Senza nascondermi.

Mi permetto una considerazione politica. Il governo della città andrebbe conquistato sul campo. Perché la competizione politica obbliga al confronto sulle questioni che interessano i cittadini, fa crescere e selezionare i gruppi dirigenti. Le scorciatoie in genere non portano mai in maniera consapevole e costruttiva al traguardo. Il caso Roma è lampante.

Io sto tirando troppo la corda? E’ un suo giudizio. A me interessa quello della mia maggioranza, dei cittadini ternani e della mia coscienza.

Ah, quasi dimenticavo: l’altro grande motore è l’amore. E’ quello che muove la nostra vita: è in grado di renderla piena, bella, utile. Ma per l’amore spero che ci siano altre circostanze per riparlarne.

Un saluto.

Thomas De Luca

di Thomas De Luca
Consigliere comunale del M5S

Minacce, violenza parole gravi, pesanti.

Di cosa ha paura? Perché mi offende dandomi del violento o dell’arrogante, senza alcuna ragione? Le ho fatto una serie di domande legittime nel rispetto del mio ruolo di Consigliere di opposizione, figura a cui forse non siete abituati, ma che le assicuro rientra pienamente in quanto previsto dall’ordinamento giuridico del nostro Stato. La sua è una posizione eccezionale e la nostra reazione non è soltanto normale ma dovuta.

“I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore” questi sono i valori che i padri costituenti ci hanno lasciato in eredità. Valori che fondano le loro radici nella Resistenza.

Forse non le sue orecchie ma di sicuro nel profondo la sua coscienza è in grado riconoscere quello che di più naturale c’è al mondo: la verità. Voglio tranquillizzarla, è lei lo sa bene, noi non faremo altro oltre a ciò che facciamo da tre anni ovvero donare completamente noi stessi perché la verità emerga alla luce del sole.

Terni è stata troppo tempo nelle mani aride di chi è stato incapace di provare amore. Viviamo nella stessa città ma con prospettive del tutto diverse. Potrei avere l’età di suo figlio, la stessa età di quelle migliaia di giovani a cui avete rubato la cosa più importante: la speranza. Il respiro inestimabile della prospettiva del futuro.

La paura sì quella dell’incertezza del futuro, la precarietà del lavoro di cui la mancanza delle clausole di salvaguardia nei bandi o le continue proroghe strozzate negli appalti è solo una delle tante manifestazioni. La paura di vivere in una città inquinata, contaminata, avvelenata, la paura di ammalarsi e perdere tutto.

Solo e solo contro questa violenza, vera, la vostra, a cui siamo stati sottoposti come comunità ogni giorno che dovete confrontarvi oggi.

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