Dimensionamento scolastico: la Regione ha deciso. Ecco il piano

L’assessore regionale Paola Agabiti: «Piano in linea con le direttive nazionali e armonizzato alle esigenze dei territori»

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La Regione Umbria ha deciso e, su proposta dell’assessore all’istruzione Paola Agabiti, venerdì la giunta di palazzo Donini ha approvato l’atto relativo al dimensionamento della rete scolastica per l’anno 2024/25. «Abbiamo raggiunto un primo risultato importante – è il commento dell’assessore Agabiti – condividendo il percorso con i territori, i Comuni, le Province, l’Ufficio scolastico regionale per l’Umbria e con un’interlocuzione costante con il Ministero dell’istruzione, in particolare con il sottosegretario Paola Frassinetti che ringraziamo per la grande attenzione dimostrata».

Paola Agabiti

Il dimensionamento

L’intervento, prosegue l’assessore, «deriva da una norma nazionale di riforma del sistema scolastico che fa capo ad una stringente indicazione europea nell’ambito delle misure del Pnrr. Si tratta di una riorganizzazione amministrativa che non prevede la chiusura di istituti e plessi, ma solo la ridefinizione del numero dei dirigenti scolastici, superando l’istituto della reggenza e gli effetti che produce in termini di mancanza di adeguata pianificazione dell’offerta scolastica. Questo per conformare le singole autonomie all’andamento anagrafico decrescente della popolazione studentesca che interessa anche l’Umbria, con un calo della popolazione studentesca da 3 a 18 anni che passerà, come emerge dai dati Istat, dagli attuali 115.024 alunni ai 107.929 del 2026. La soppressione della reggenza e il dimensionamento adeguato delle direzioni consentono così una programmazione qualificata ed efficace dell’offerta formativa all’interno delle singole istituzioni scolastiche, garantendo stabilità per il futuro nonostante la progressiva diminuzione degli iscritti. I processi vanno governati e non subiti – sottolinea Paola Agabiti – e per questo occorre una costruttiva collaborazione istituzionale e una visione di prospettiva per rendere più efficace e efficiente il sistema nel suo complesso. I quattro accorpamenti operati sono proprio frutto di questi imprescindibili principi, richiamati pure dalla Corte costituzionale nell’ultima sentenza sulla legittimità della riforma, che ci hanno consentito di intervenire in linea con il decreto legge approvato dal Governo nella giornata di giovedì, in una logica di condivisione con i territori nel raggiungimento graduale degli obiettivi triennali». Concludendo l’assessore regionale all’istruzione afferma che «le sterili e scomposte polemiche messe in campo strumentalmente da chi non ha mai dimostrato capacità di programmazione e attenzione al territorio, erano rivolte invece solo ad alimentare tensioni e timori nelle comunità per accaparrare consenso, giungendo a paventare il rischio di chiusure di scuole che addirittura è in contrasto con le finalità della riforma e dell’intervento operato. Il lavoro svolto in questi mesi, infatti, garantisce nelle quattro aree interessate continuità nella conservazione, rilancio e valorizzazione di tutte le scuole che raggiungono così in termini di iscritti una dimensione ottimale, rispetto agli andamenti della popolazione studentesca».

Gli istituti interessati

Di seguito le novità decise dalla Regione Umbria. «Il nuovo istituto comprensivo Todi-Massa Martana, derivante dall’istituto comprensivo Massa Martana ‘A. Ciuffelli’, in reggenza, e dalla direzione didattica di Todi: proposta avanzata dalla Provincia di Perugia a conclusione del percorso di partecipazione territoriale; l’istituto omnicomprensivo ‘J. Orsini’ di Amelia, in reggenza – direzione didattica ‘J. Orsini’ di Amelia: proposta avanzata dalla Provincia di Terni; l’istituto comprensivo ‘Da Vinci’ di San Giustino, in reggenza – direzione didattica ‘Bufalini’ di San Giustino: proposta ampiamente condivisa al tavolo 112; il nuovo istituto comprensivo Assisi 1 e per ciechi, derivante dall’istituto comprensivo Assisi 1 e dall’istituto comprensivo per ciechi, in reggenza: proposta ampiamente condivisa al tavolo 112». «Relativamente a questo istituto – spiega l’assessore Agabiti – abbiamo previsto di supportare il percorso anche attraverso un finanziamento regionale. La scelta attuale è stata supportata da varie considerazioni: prima tra tutte è che l’articolo 1 del decreto ministeriale 22 agosto 1983 stabilisce il riconoscimento dell’istituto per ciechi pluriminorati di Assisi come istituto speciale sperimentale e che è necessario il mantenimento dell’autonomia funzionale di tale istituto, in considerazione delle specificità richieste al fine di garantire il diritto allo studio degli alunni con disabilità. Inoltre l’istituto è stato gestito negli ultimi anni in situazione di reggenza, situazione tuttora vigente, con le notevoli implicazioni di natura organizzativa che ciò comporta, e si ritiene fondamentale, al fine di assicurare una risposta corrispondente alle aspettative degli iscritti e delle rispettive famiglie, la garanzia della stabilità e della continuità dell’attività programmatica e gestionale della scuola. Era quindi necessario promuovere – conclude Paola Agabiti – una maggiore strategia finalizzata alla partecipazione e al coinvolgimento di tutti gli studenti per garantire specifiche esigenze formative e didattiche, con l’obiettivo di valorizzare al meglio il potenziale di apprendimento degli interi gruppi classe, che riprenda in maniera sempre più convinta i quattro pilastri della didattica inclusiva con progettazione, collaborazione, efficacia e sviluppo di relazioni ed emozioni attraverso la costituzioni di classi non superiori alle 4 unità».


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