Scuola, accorpamento Acquasparta-Montecastrilli: «Danno per tutti»

Il presidente del consiglio di istituto Luca Arcangeli e la segretaria generale della federazione della Uil scuola Rua dell’Umbria Lucia Marinelli spiegano le ragioni

Condividi questo articolo su

di Fra.Tor.

«In attesa di leggere il contenuto della delibera regionale, il consiglio di istituto dell’Istituto comprensivo di Acquasparta, ritenendo che per le peculiarità sociali, economiche e culturali del territorio vi sia una imprescindibile necessità di una istituzione scolastica autonoma, respinge ogni ipotesi, sotto qualsiasi forma, di ridimensionamento/accorpamento dell’Istituto». Queste le parole del presidente del consiglio di istituto Luca Arcangeli che venerdì mattina, insieme a Lucia Marinelli, segretaria generale della federazione della Uil scuola Rua dell’Umbria, ha voluto ribadire la posizione in merito alla decisione assunta dalla giunta regionale sulla riorganizzazione della rete scolastica, con la scelta di accorpare gli istituti comprensivi di Montecastrilli/Avigliano con Acquasparta/Sangemini.

VIDEO
Le parole di Luca Arcangeli e l’appello al presidente della Repubblica

I numeri

«La scelta dell’accorpamento – secondo Lucia Marinelli – va a compromettere irreversibilmente l’importante lavoro didattico fatto a partire dal 2000, che ha portato l’Istituto comprensivo di Acquasparta ad essere una realtà di eccellenza, con continue innovazioni, in armonia con un difficile territorio già frammentato e contano in micro realtà, sviluppatesi intorno ai vari plessi scolastici di Acquasparta e San Gemini. Tale ingiustificata scelta desta preoccupazioni sul futuro educativo dei nostri ragazzi, sulla professionalità docente e sulla funzionalità del personale Ata e Dsga, in quanto la nascita di un unico Istituto comprensivo che raccoglie un territorio vasto, suddiviso in molteplici plessi scolastici, porterà inevitabilmente ad una impossibilità della presenza del dirigente scolastico sull’intero territorio coinvolto, con maggiori difficoltà organizzative che andranno inevitabilmente a ricadere sulla didattica dei nostri alunni. La delibera regionale proposta dall’assessore Agabiti prevedeva precisi criteri per procedere agli accorpamenti: priorità rispetto alla costituzione di Istituti comprensivi e priorità per gli istituti sottodimensionati ed esclusione delle aree montane. Nessuno di questi criteri verrebbe rispettato. Inoltre, è necessario tenere conto di alcuni dati: l’Istituto comprensivo di Acquasparta ha 695 alunni, 6 plessi (2 infanzia, 2 primaria, 2 scuole secondarie di primo Grado), 2 Comuni (Acquasparta, San Gemini); l’istituto comprensivo di Montecastrilli ha 680 alunni, 10 plessi (4 infanzia, 4 primaria, 2 scuole superiori di primo grado), 2 Comuni (Montecastrilli e Avigliano Umbro). Dalla lettura dei dati si evince che la scelta causerebbe gravi disservizi alla rete educativa del territorio. La proposta di accorpamento tra gli Istituti comprensivi di Montecastrilli e di Acquasparta, mai menzionata in precedenza, non rientra in nessuno dei criteri stabiliti, suscitando sorpresa e preoccupazione. È quanto mai utile tenere conto che né i dirigenti scolastici né i rispettivi presidenti del consiglio di istituto sono stati mai coinvolti nel dibattito. Il coinvolgimento dovrebbe includere l’intera comunità scolastica, non solo i Comuni, poiché queste decisioni avranno un forte impatto su tutto il personale scolastico e sull’offerta formativa».

L’indebolimento delle diverse realtà

Luca Arcangeli ha ricordato che «l’Istituto comprensivo di Acquasparta si è sempre caratterizzato per l’accento posto sulla la figura dello studente, inteso come persona e come cittadino e in funzione di questo nel tempo vi è stata, da parte della comunità docente/educante, una costante attenzione alla individualizzazione della didattica, che si e cercato di conseguenza di rendere flessibile, dinamica ed aperta all’ascolto, sempre. Appare evidente che una dirigenza lontana e oberata da moltissimi impegni amministrativi non avrebbe alcuna possibilità di seguire come dovuto il soggetto dell’apprendimento, né di supportare l’operato degli insegnanti. Sempre in questo senso si esprime particolare preoccupazione circa la possibilità di garantire il diritto all’inclusione dei soggetti più fragili: la prossimità scuola/territorio è uno degli elementi fondamentali per favorire l’inclusione dei bambini e dei ragazzi con bisogni educativi speciali e dunque la rottura del legame di prossimità sarebbe un colpo letale inferto alla capacità di costruire comunità accoglienti in cui tutti gli alunni abbiano la possibilità di esprimersi in base alle loro attitudini/capacità e trovare i loro spazi di crescita e di cura. La storia, la geografia, le tradizioni, la cultura, l’artigianato e l’industria, inoltre, presenti nell’area dei comuni di Acquasparta e San Gemini hanno una loro specificità cui si è dato ampio spazio a scuola per fare in modo che lo studente cresca come soggetto attivo e non passivo nella sua comunità. Manifesta è l’impossibilità di continuare questi percorsi virtuosi se la nostra scuola venisse accorpata con quelle di altre aree che hanno le loro specificità socio-culturali, la loro storia, le proprie tradizioni ed eventuali altre problematiche». La capacità gestionale della scuola, ha concluso, «rischia di diventare sempre più complessa: più alunni e personale da gestire, molti plessi, aumento delle complicazioni nelle relazioni interne ed esterne. L’attenzione del collegio si pone anche nei confronti dei problemi della dispersione scolastica, dell’insuccesso scolastico e, più in generale, del disagio giovanile, che purtroppo anche in Umbria iniziano ad assumere un rilievo preoccupante.

 


ARTICOLI CORRELATI

Dimensionamento scolastico, San Gemini e Acquasparta: «Caso risolto. Polemiche non hanno fondamento»

Montecastrilli/Avigliano con Acquasparta/San Gemini per le scuole: «Area Centrale Umbra svilita e impoverita»

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli