Due astrofili ternani trovano il meteorite di San Valentino

Pierluigi Cox e Silvia Padilla hanno scoperto un frammento del bolide caduto il 14 febbraio scorso a Matera. Ora è a disposizione della comunità scientifica

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Non poteva esserci nome più azzeccato per il meteorite di San Valentino, il bolide luminoso che il 14 febbraio scorso ha solcato i cieli della Puglia e della Basilicata, perdendo dei frammenti nella zona di Matera. Sono stati infatti due giovani astrofili dell’associazione Ternana Astrofili, Pierluigi Cox e Silvia Padilla (lei originaria dell’Ecuador), partiti venerdì alla volta del capoluogo lucano, a fare un’importante scoperta, trovando, dopo un giorno e mezzo di perlustrazione, uno dei tre pezzi del corpo roccioso caduto, quello più integro e con massa maggiore. Un bel successo per i due ‘cacciatori di meteorite’, come si sono loro stessi ribattezzati, che hanno subito messo il frammento a disposizione della comunità scientifica per i dovuti studi.

La vicenda

I primi a scoprire i frammenti del bolide, sul balcone dell’abitazione dei genitori, sono stati due fratelli del posto, Gianfranco e Pino Losignore. Secondo alcuni calcoli – come riporta sul proprio profilo Facebook l’associazione Ternana Astrofili – due pezzi del meteorite sono caduti ad una velocità di circa 300 Km/h scheggiando una piastrella del balcone e danneggiando l’impianto fotovoltaico della casa. Dopo l’impatto si sono frammentati ulteriormente in 12 pezzi più grandi, innumerevoli scaglie e piccoli frammenti paragonabili a sabbia. Si è trattato in tutto di circa 70 grammi di materiale ritrovato, dei 400 grammi totali che si stima siano sopravvissuti al passaggio in atmosfera. Quindi con ogni probabilità si sarebbero potuti trovare ulteriori frammenti. La rete Prisma nel frattempo ha pubblicato diversi bollettini informativi e appelli ai volontari di tutta Italia per accorrere a dare una mano con le ricerche. E Pierluigi e Silvia hanno subito dato la loro disponibilità.

Il racconto

«È una storia pazzesca – spiegano direttamente i due astrofili, attraverso la pagina Facebook di Umbria Skywatching – che inizia la mattina di venerdì scorso, con una news letta al volo al cellulare, una decisione affrettata, e un viaggio di svariate ore per raggiungere, sabato mattina, i volontari accorsi in aiuto del progetto Prisma per cercare i frammenti del bolide. Già qualche mese fa, quando è stata segnalata la possibile caduta di un bolide in Molise, eravamo quasi decisi a partire ma abbiamo poi desistito per l’impegno (economico e fisico) richiesto da una simile impresa. Stavolta però non abbiamo resistito. C’erano tutte le premesse per un possibile ritrovamento. Inoltre non nascondiamo che l’elemento che più di tutti ha determinato la nostra scelta di partire è proprio la data in cui il bolide è caduto: la notte di San Valentino. È un dato che non ha alcuna rilevanza dal punto di vista scientifico, ma noi siamo esseri umani, ci piace sognare, e il nostro sogno una volta appresa la notizia, era quello di portare nella nostra città, Terni, città di San Valentino, un pezzo del meteorite di San Valentino».

La ‘caccia’

Le operazioni di ricerca, attorno all’abitazione dei primi due ritrovamenti – raccontano ancorai due volontari -, sono state «un’esperienza bellissima, stancante, ma divertente». «Durante la giornata di sabato non abbiamo trovato assolutamente nulla. La domenica mattina però, grazie a un magnete di cui disponiamo, abbiamo trovato un primo piccolo frammento. Poco dopo un altro. Abbiamo quindi concentrato le nostre ricerche in quella zona, completamente coperta dalla vegetazione, confidando nelle potenzialità del magnete laddove i nostri occhi non sarebbero potuti arrivare». Alla fine, mentre Pierluigi seguiva le briciole magnetiche lasciate dal meteorite, è stata la compagna Silvia a chiamarlo: «Stava indicando un bellissimo frammento grande come una noce, che se ne stava lì nascosto tra le foglie con una fantastica crosta di fusione tipica dei meteoriti appena caduti. Penso di aver sentito il mio cuore fermarsi per qualche secondo, poi con le mani tremanti ho messo i guanti in vinile, per prendere delicatamente il frammento e inserirlo nella bustina di plastica. Per intenderci, materiale più fresco di quello trovato in questi giorni lo si può ottenere soltanto inviando sonde a prelevarlo direttamente sugli asteroidi».

La soddisfazione

Pierluigi e Silvia precisano che il frammento trovato, nonostante sia il più integro, «è di minore importanza dal punto di vista scientifico perché è caduto sul suolo umido invece che su materiale inerte come le mattonelle del terrazzo, ed essendo esposto alle intemperie per due giorni in più, risulta inevitabilmente più contaminato rispetto agli altri, ma di sicuro anche lui sarà utile per fare un gran numero di studi». Ed infatti è già a disposizione della comunità scientifica che lo sta studiando, insieme agli altri frammenti, nei laboratori del Gran Sasso. È ovviamente grande la soddisfazione per il ritrovamento anche da parte dell’associazione Ternana Astrofili.«Siamo felici di poter dire che anche Terni, città di San Valentino, ha dato il suo contributo in questa scoperta e il nostro intento è ora quello di cavalcare l’onda del successo di questa piccola ma importante impresa, per promuovere più efficacemente la ricerca e la divulgazione dell’astronomia sul nostro territorio»

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