Elettrocarbonium, l’agonia sarà lunga

Terni, il silenzio di Monachino e dei suoi uomini aggrava i dubbi sul possibile futuro dello stabilimento di Narni: i lavoratori sempre più ostaggi

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di M.T.

La sintesi di come viene ‘sentita’ – in casa Elettrocarbonium – la faccenda dello stabilimento di Narni, del suo possibile futuro e, soprattutto, di quello dei lavoratori? Basta poco per farla. Ed è tutta via ‘sms’.

L’azienda Tutto inizia con la lettera – inviata dal solito fax aziendale e firmata nel solito modo poco comprensibile, ma facilmente identificabile – con la quale l’azenda aveva comunicato che non ha intenzione di licenziare i lavoratori, ma non i vorrebbe nemmeno pagare. Mentre sndacati e istituzioni dialogavano, ho provato a chiamare l’uomo – Nico Schirinzi Pagliari – che per conto di Michele Monachino tiene (teneva?) i rapporti con noialtri dei media.

I messaggi Il telefono, però, ha squillato a vuoto. Poi è arrivato un messaggio, decisamente surreale, vista la situazione: «Ciao hai bisogno di qualcosa?». Uno ci pensa su un attimo e poi risponde così: «Volevo capire il senso della lettera inviata ai sindacati». Nessun altro segno di vita, poi, da parte dell’uomo della comunicazione di Elettrocarbonium. La cosa la dice lunga.

La situazione Ora, stando a quanto annunciato – ai sindacati e confermato ad umbriaOn – dal liquidatore di Sgl, l’avvocato Marco Petrucci, la procedura che dovrà portare allo ‘sfratto’ di Elettrocarbonium è stata avviata, ma – paradossalmente – potrebbe rivelarsi utile proprio a Mihele Monachino, concedendogli del tempo prezioso, visto potrebbero passare dei mesi prima che il tribunale arrivi ad imporgli la ‘restituzione delle chiavi’.

Lo stallo Nel frattempo a restare con il cerino in mano potrebbero essere proprio i lavoratori che, se non saranno licenziati, rischano di veder scadere i temini entro i quali poter accedere alle varie forme di ammortizzatori sociali dei quali avrebbe diritto di beneficiare: il ruolo ruolo di ostaggi sarebbe così definitivamente conclamato.

Lunedì Ora l’attenzione si sposta sulla giornata di luned’: i lavoratori si presenteranno regolarmente in fabbrica e ‘timbreranno i cartellini’. La cosa non piace all’Elettrocarbonium, che ha fatto sapere che «il rientro in azienda è posto in essere con il mero scopo di ottenere un pretestuoso beneficio economico a carico dell’azienda pur consapevoli che gli scioperi dell’ultimo periodo hanno comportato un notevole peggioramento della situazione economica della scrivente. Va da sé che non vi sia alcuna utilità da parte aziendale nel ricevere questa prestazione lavorativa stante le odierne condizioni». Si tratta solo di un nuovo episodio di una tragedia per la cui fine occorrerà attendere tanto tempo. Troppo tempo.

 

 

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