Un fatto pare certo, Sgl non vuole avere più niente a che fare con Michele Monachino. A dirlo, e pure in maniera secca, è il liquidatore della Sgl stessa, l’avvocato Marco Petrucci, che chiarisce: «Da parte nostra non siamo più disponibili ad intrattenere alcuna trattativa con alcun soggetto che sia in qualunque modo collegato o collegabile a Elettrocarbonium».
Faccenda chiusa Petrucci spiega che «a seguito del comunicato congiunto del Comune e della Regione, con il quale le autorità locali prendono finalmente atto della spiacevole conclusione del progetto di Elettrocarbonium che avevamo tutti faticosamente sostenuto, desideriamo confermare sia che stiamo per agire nelle sedi competenti per rientrare finalmente in possesso del nostro sito industriale».
Nessuna trattativa Il liquidatore di Sgl, poi, visto che ‘il paese è piccolo e la gente mormora’, chiarisce che «sono infondate tutte le voci che darebbero in corso una trattativa tra Sgl e una nuova ‘cordata’ di investitori nella quale potrebbe trovare spazio anche Elettrocarbonium» e specifica, senza entrare troppo nei particolari, che «la cessione dell’area industriale rimane comunque un obiettivo di Sgl».
Il mercato Anche perché nel frattempo Sgl Group ha completato lo scorporo legale delle sua divisione Performance products (PP) e l’amministratore delegato Jurgen Kohler ha parlato di «pietra miliare nel futuro riassetto strategico del gruppo», che tiene conto del cambiamento del mercato degli elettrodi di grafite, esposto a sostanziali erosioni dei prezzi legate alla sovraccapacità produttiva che ancora espone l’industria dell’acciaio a sostanziali erosioni dei prezzi.