Fiumi, tavolo tecnico: ci saranno solo sindaci

La Regione Umbria apre il confronto: incontro giovedì a Perugia. Invitati solo gli amministratori e i tecnici. I comitati per ora restano fuori

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Arriva finalmente il tanto atteso tavolo tecnico sul destino del Teverone Timia, il fiume che attraversa il territorio di Cannara e Bevagna, pesantemente inquinato da scarichi privati e industriali – in particolare da parte di attività artigianali e di allevamento – oltre che dalla cattiva gestione delle acque dei depuratori e degli altri corsi d’acqua che poi confluiscono nel Teverone, in particolare Marroggia e Clitunno.

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bevagna teverone centralina di rilevamento inquinamento

Centraline sul fiume

Riunione giovedì mattina L’appuntamento è fissato in seduta pubblica per giovedì mattina, alle 12, nella Sala Rossa al V piano della sede regionale del Broletto, in via Mario Angeloni a Perugia. Sarà però un incontro monco. Almeno in questa prima fase, infatti, non è prevista l’audizione dei comitati dei cittadini che da anni denunciano lo stato di inquinamento delle acque, con iniziative anche clamorose, come il funerale del fiume Teverone andato in scena a Bevagna. La decisione è stata giustificata con il fatto che in questa fase occorre capire in via preliminare la predisposizione delle varie amministrazioni comunali ad affrontare il problema. E in che modo.

CECCHINI: TUTELARE LA SALUTE – INTERVISTA VIDEO

Relazione dal Comitato Alcuni sindaci hanno avuto però la sensibilità di sentire i comitati: in particolare Annarita Falsacappa, primo cittadino di Bevagna, ha ricevuto una relazione tecnica da parte di Mario Lalli, presidente del Comitato di tutela dell’acqua e dell’aria, che fra l’altro ha già avuto modo di esporre le problematiche direttamente all’assessore regionale Fernanda Cecchini, nel corso del recente incontro pubblico sullo stato di salute delle acque andato in scena a Bevagna a metà novembre. Un incontro molto acceso, nel corso del quale non erano mancati momenti di tensione. E in una nota stampa si mostra alquanto battagliera.

La posizione del Comune «È tempo di risposte, di soluzioni, di decisioni. È tempo di mettere a sistema un’azione coordinata e congiunta che riporti le acque che attraversano Bevagna alla loro salubrità, purezza e trasparenza. È tempo di dare corpo a quel percorso di analisi ed intervento che, lo scorso 15 novembre, è stato garantito ai cittadini dall’assessore regionale Fernanda Cecchini per ovviare alle diverse problematiche che quotidianamente i bevanati si ritrovano a dover affrontare a causa di odori nauseabondi, acque inquinate e paesaggi danneggiati». I soggetti presenti saranno gli stessi che sedevano al tavolo durante l’incontro pubblico di Bevagna, le figure che da anni monitorano i corsi dei fiumi. «Ora si dovrà dire con chiarezza quali problematiche ci sono – auspica il sindaco – fare una mappa della valle attraversata dal Clitunno, Teverone, Timia, delle aziende, delle industrie, delle attività artigianali, capire dove sono i difetti, se i depuratori sversano correttamente, se le fogne sono allacciate ai collettori, se le acque bianche sono separate dalle nere, capire come e dove si può intervenire, cominciando un iter virtuoso che nel giro di pochi anni dovrebbe portarci a rivedere le acque dei fiumi chiare come quelle del Topino».

Cittadini sfiduciati L’amministrazione di Bevagna è fiduciosa in una possibile svolta, meno i cittadini – ad ammetterlo è il Comune nella sua nota – che rimproverano alla Regione di non aver dato per anni le risposte desiderate e di aver lasciato ingigantire un problema che ora richiede una volontà unanime di cambiamento e soprattutto un finanziamento che vada ad incidere sulla pulizia del letto dei fiumi, sulle ripe, sul sistema fognario di tutti i paesi che insistono sulla valle. Tra i desideri dell’amministrazione bevanate c’è quello di veder realizzato un parco fluviale da Spoleto a Cannara partendo dalla riqualificazione dei tratti fluviali e ravvivando una valle che possiede un’infinità di ricchezze. «Prima di ciò – assicurano – è necessario però riportare il territorio alla sua genuinità, restituendo dignità ai fiumi della Valle Umbra Sud e serenità ai suoi cittadini».

LO STUDIO ARPA SUL RETICOLO MARROGGIA TEVERONE TIMIA

Fiumi perenni La paura principale dei cittadini è che si giri attorno al problema senza risolverlo, magari dando qualche contentino, qualche finanziamento per progetti collaterali, senza affrontare la questione alla base. Anzi, c’é il rischio che per rientrare nei parametri europei ed evitare sanzioni dalla Ue le istituzioni locali diano la priorità ai fiumi ‘salvabili’, lasciando invece al loro destino quelli più compromessi – e fra questi il Teverone Timia – derubricandoli definitivamente a corsi d’acqua non perenni. Nel caso specifico, ad avere un ruolo decisivo è la diga di Arezzo: un maggiore rilascio di acqua consentirebbe di ripristinare il flusso minimo vitale e fare in modo che il suo bacino non sia formato solo da scarichi e piogge. Ma per arrivare a questo risultato bisognerebbe diminuire gli attingimenti dei comuni che sono lungo il corso. Biaogna essere tutti d’accordo. Per questo è necessario che il caso venga trattato a livello sovracomunale.

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