Gara tesoreria Comune Terni, Unicredit si fa viva: proroga di un mese per le offerte

Da oltre due anni palazzo Spada non riesce ad affidare il servizio: il gruppo bancario scrive per chiedere più tempo

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di S.F.

Uno spiraglio dopo due anni di gare deserte, già di per sé è una mezza notizia considerando l’affanno – eufemismo – del Comune di Terni per aggiudicare il servizio quinquennale di tesoreria. Fatto sta che c’è qualcuno che ha bussato a palazzo Spada per chiedere la proroga dei termini di scadenza dell’offerta: si tratta della Unicredit Spa, l’attuale ‘gestore’ dei conti. Tutto in mano al responsabile unico del procedimento Sandro Mariani.

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Unicredit è in proroga tecnica

La novità ed il mese in più

La storia è nota. Il contratto originario tra il Comune e Unicredit – da non dimenticare il contenzioso per l’anticipazione di tesoreria 2017 –  è stato stipulato l’11 ottobre del 2016 per un periodo di cinque anni. I problemi sono iniziati alla scadenza perché in origine il nuovo appalto riguardava il periodo 2021/2025. Siamo giunti in avvio di 2023 e si è ancora al palo. Di fatto si è in proroga tecnica da ventisei mesi ed al momento è previsto che Unicredit prosegua fino al 30 giugno 2023. D’altronde se non si aggiudica la gara c’è poco da fare. Il gruppo bancario negli ultimi giorni si è fatto vivo per chiedere di allungare i termini per la presentazione delle offerte fino al 3 aprile «alla luce dei diversi processi interni che l’operatore economico deve porre in essere al fine di poter partecipare alla procedura». Il mese in più stato concesso ed ora l’apertura delle eventuali buste è fissata per giovedì 6 aprile nell’ufficio del responsabile degli appalti, il funzionario Luca Tabarrini. Sempre che si presenti qualcuno. Sarà l’ultimo tentativo prima della conclusione della consiliatura Latini.

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La dirigente Marcucci

La regolarizzazione dei sospesi di uscita: 7 mila euro per Unicredit

Nel contempo la direzione attività finanziarie – la firma è della dirigente Grazia Marcucci – ha dato il via libera ad un impegno di spesa da 7.300 euro proprio a favore di Unicredit. Motivo? La regolarizzazione dei sospesi di uscita. Tutto basato su un articolo della convenzione del 2016 riguardante l’addebito delle commissioni sui bonifici. In più «si è reso necessario richiedere al tesoriere la ristampa di alcuni estratti conto ed estratti scalari relativi al periodo 2015-2018, richiesti dalla Corte dei Conti nell’ambito del giudizio sul conto del tesoriere e non risultanti agli atti dell’Ente e che lo stesso tesoriere ha addebitato all’Ente le spese di ristampa ai prezzi quantificati nel rapporto di sintesi delle condizioni contrattuali relative al conto corrente ordinario». Questioni tecniche. Il succo è che c’è da rifondere qualche migliaio di euro per commissioni e bolli.

 

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