Guadagna su pratiche, servizi e informazioni: un arresto all’Agenzia delle Entrate. Nei guai diversi professionisti

Perugia – Le misure sono scattate per due dipendenti dell’ufficio e un perito agrario. Nei guai anche chi ha ricevuto favori

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Due dipendenti dell’ufficio provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Perugia e un libero professionista – un perito agrario – sono stati raggiunti, giovedì mattina, dalle misure cautelari e interdittive disposte nei loro confronti dal gip presso il tribunale di Perugia ed eseguite dalla Guardia di finanza. L’indagine è stata coordinata dalla procura della Repubblica guidata da Raffaele Cantone e condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria delle Fiamme Gialle perugine. Uno dei due dipendenti dell’Agenzia delle Entrate è stato posto agli arresti domiciliari, l’altro è stato sospeso dal proprio incarico per otto mesi e il perito agrario non potrà esercitare la propria attività libero professionale per dodici mesi. In totale sono diciotto le persone indagate dall’autorità giudiziaria: oltre alle tre raggiunte dalle misure disposte dal gip, ci sono coloro che avrebbero ricevuto favori dai dipendenti pubblici. I reati contestati a vario titolo – riferisce la procura di Perugia – sono corruzione per l’esercizio della funzione, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, istigazione alla curruzione e accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico.

La procura: «Intercettazioni telefoniche decisive»

«Gli accertamenti effettuati con particolare impegno e professionalità dalla Guardia di finanza – spiega la procura di Perugia in una nota – hanno preso l’avvio da precise e dettagliate denunce anonime. Dopo numerosi e approfonditi riscontri, anche documentali, che hanno fatto emergere elementi dimostrativi di pratiche corruttive, sono state effettuate intercettazioni telefoniche che sono risultate, ancora una volta, assolutamente determinanti per l’esito positivo delle indagini. Le intercettazioni, poi, sono state supportate da accertamenti bancari e da verifiche dei sistemi informatici dell’Agenzia del Territorio, attività quest’ultime svolte grazie alla piena e leale collaborazione della Direzione Centrale Audit dell’Agenzia delle Entrate».

Servizi ‘rapidi’ a pagamento

«Gli accertamenti – prosegue la procura – hanno consentito di acquisire gravi indizi di un sistematico svolgimento, da parte di un dipendente dell’ex Ufficio del Catasto di Perugia (l’indagato arrestato e posto ai domiciliari, ndR), di attività parallele a quella istituzionale di pertinenza, sovente intersecantesi con la stessa, e consistenti nella redazione di atti di aggiornamento catastale, nell’effettuazione di visure e redazione di planimetrie per le quali venivano richieste erogazioni economiche. I ‘beneficiari’ di tali condotte, oltre che privati cittadini, sono anche professionisti che si rivolgevano all’indagato principale per fruire di servizi che, se perseguiti per le vie lecite, avrebbero avuto maggiore durata ed esito incerto».

Il modus operandi

«Nel dettaglio – spiegano gi inquirenti nella nota a firma del procuratore Raffaele Cantone – gli elementi probatori raccolti hanno disvelato gravi indizi dell’esistenza di un sistema consolidato e parallelo di ‘evasione’ di pratiche catastali di vario genere da parte del più volte citato dipendente pubblico». Quest’ultimo, «avvalendosi delle risorse e degli strumenti dell’amministrazione di appartenenza, con la collaborazione di un collega e sfruttando l’abilitazione professionale del coniuge, avrebbe asservito il proprio pubblico ufficio a fini privatistici e personal. L’attività illecita si articolava in modo variegato a seconda delle esigenze di volta in volta rappresentate. Una di tali modalità consisteva nei far sì che il principale indagato provvedesse a redigere la documentazione necessitata che veniva solo formalmente e fittiziamente fatta risultare riferita al professionista raggiunto da misura interdittiva, privo, tra l’altro, di specifiche competenze in materia catastale. Quest’ultimo poi, emetteva regolare fattura per la prestazione resa a fronte del compenso pattuito, occultando in tal modo quella che, secondo le acquisizioni investigative, appare essere l’utilità dell’attività corruttiva».

Informazioni ‘extra ordinem’ ma molto utili

«Il conferimento dell’incarico al professionista compiacente, su segnalazione dello stesso indagato principale, faceva sì che, grazie alla posizione ricoperta interno dell’Agenzia da quest’ultimo, non solo fosse possibile l’accesso in totale autonomia ad informazioni, atti e documenti, sia essi presenti nelle banche dati informatiche che nell’archivio cartaceo, ma garantiva un sollecito e positivo esito della pratica (che seppure non direttamente trattata dal principale indagato per ragioni di incompatibilità, veniva comunque da questi ‘orientata’ tramite interventi sui colleghi). È altresì emerso che il dipendente, dietro remunerazione, si sarebbe prestato a fornire a professionisti e consulenti informazioni ‘extra ordinem’ a cui aveva accesso in ragione del proprio ufficio, in esecuzione di accordi illeciti, avvalendosi in taluni casi del consapevole supporto di un altro collega d’ufficio nonché creando una ‘corsia preferenziale’ a favore dei predetti, al fine di agevolarli nel loro lavoro, abbreviando i termini procedurali e riducendo il rischio di rigetto delle pratiche. In questi casi, il vantaggio si sarebbe concretizzato nella percezione di un compenso in denaro o di altre utilità (quali, ad esempio, prestazioni professionali in suo favore)».

Stralci di ordinanza

Nella sua ordinanza, il gip di Perugia evidenzia come «l’attività corruttiva dell’indagato […] sia risalente, profondamente radicata e perfettamente collaudata in tutte le sue possibili varianti operative» e come «la sistematicità della vendita delle funzioni riscontrata, attuata con modalità molto spregiudicate e tali da rilevare come OMISSIS consideri l’Ufficio come res privata di cui può liberamente disporre per fini di personale arricchimento, induce a desumere rogionevolmente l’attuale persistenza dell’illecita attività di mercimonio». Il gip inoltre ha ritenuto sussistenti le esigenze eautelari del pericolo di reiterazione dei reati per la «vastità e la capillarità dei rapporti coltivati […] con cittadini privati e liberi professionisti Perugia e provincia».

La nota dell’Agenzia

«L’Agenzia ha collaborato con la Procura fin dalle fasi iniziali delle indagini. L’Agenzia delle Entrate assicura totale collaborazione alla Procura della Repubblica di Perugia e alla Guardia di Finanza nell’ambito dell’indagine che ha portato oggi all’arresto di un dipendente dell’Ufficio provinciale territorio e alla sospensione di un altro dai pubblici uffici. La Direzione centrale Audit dell’Agenzia ha già collaborato fattivamente con la Procura fin dalle fasi iniziali dell’indagine per consentire, per quanto di propria competenza, l’accertamento delle fattispecie contestate. L’Agenzia ha, inoltre, immediatamente adottato la misura della sospensione cautelare dal servizio, in attesa di ricevere i provvedimenti dell’Autorità giudiziaria che consentiranno di assumere le ulteriori misure disciplinari, contrattuali e risarcitorie normativamente previste».

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