Il cane della discordia: «Solo saluti d’affetto»

Terni, i legali della donna finita a giudizio replicano: «Nessuna molestia né dileggio. Semplici saluti al cucciolo donato»

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Una questione di affetto, verso gli animali e in particolare nei confronti di quel cucciolo donato qualche tempo prima. Non ci sarebbe nient’altro – tanto meno la volontà di offendere chicchessia – nei ‘saluti’ che l’ex padrona tributava all’amata bestiola. Questo almeno secondo i legali che difendono la donna finita a giudizio per la curiosa vicenda raccontata lo scorso 8 aprile da umbriaOn («Cane finisce in terapia, l’ex padrona a giudizio»).

«Nessun colpevole» La precisazione «In merito all’articolo pubblicato – scrivono i legali della donna, gli avvocati Grimaldi e Cagnotto – è necessario effettuare, per amore della verità su cui si basa anche il diritto di cronaca, delle doverose quanto opportune precisazioni. La vicenda sostanziale non rispecchia l’accadimento specifico e puntuale dei fatti. Va preliminarmente evidenziato – scrivono – che non sussiste alcuna sentenza di condanna passata in giudicato e pertanto, non vi è alcun colpevole».

La ‘frecciata’ Secondo i due avvocati, il ‘focus’ della vicenda non è comunque rappresentato dalla salute del cane – tanto stressato, secondo l’ex padrona, da finire in ‘cura’ – quanto «l’incapacità di alcune persone a vivere in comunità».

La dinamica Nella denuncia da cui ha avuto origine il procedimento c’erano finiti anche i ‘saluti’ all’amato quadrupede, ritenuti dalla querelante troppo petulanti e talvolta volgari, con ripetuti colpi di clacson per attirare l’attenzione del canide. In realtà, precisano gli avvocati Cagnotto e Grimaldi, la spiegazione sarebbe molto più pratica: «La vicenda accade perché l’abitazione della ‘padrona’ del cane è attigua ad una strada poderale, dal tratto non rettilineo ma caratterizzata da dossi e curve a gomito, tanto che si impone agli utenti della strada di azionare il clacson, essendo la stessa a doppio senso, seppur a carreggiata unica».

«Solo un saluto» Rispetto al «dito medio esibito con ampi gesti del braccio» denunciato dalla donna, i due legali negano in ogni modo che ciò possa essere accaduto e riconducono i ‘saluti’ solo ed esclusivamente all’affetto dell’ex padrona verso quello che, fino a poco tempo prima, era il ‘suo’ cucciolo: «Il transito delle autovetture lungo la strada – scrivono i due difensori della donna – sembrerebbe creare disturbo agli abitanti della villetta, munita anche di rete frangivista per oscurare la visuale esterna. La donna, vittima, transita con la propria autovettura, non rallenta né effettua alcun gesto costituente dileggio. Semplicemente, animalista e amante degli animali, saluta il cucciolo donato e prosegue verso la sua destinazione».

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