‘Il lavoro che cambia’, sfiducia nella politica

L’indagine nazionale presentata venerdì a Terni: «Richiesta adeguata protezione sociale, nuovo ciclo di diritti, tutela dei beni pubblici e rinnovato riformismo»

Condividi questo articolo su

Come cambia il lavoro e quali sono gli atteggiamenti e le domande dei lavoratori in Italia. Questo il tema del convegno di presentazione della terza edizione dell’indagine nazionale ‘Il lavoro che cambia’, promossa dall’associazione ‘Lavoro&Welfare’, da Assolavoro e dal Dipartimento di scienze sociali ed economiche dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma, che si è svolto venerdì pomeriggio all’hotel Garden di Terni.

Mimmo Carrieri

Salari e redditi Il primo dato che emerge dall’indagine – dati raccolti da YouTrend – è una «inadeguatezza di salari e redditi dei lavoratori dipendenti e autonomi, cui si aggiunge una sottoretribuzione di genere, di generazione, di territorio, di istruzione», ha evidenziato Mimmo Carrieri dell’Università ‘La Sapienza’. «La retribuzione è mediamente più bassa nel commercio, trasporti, ristorazione; più alta nella pubblica amministrazione, nel settore dell’istruzione, nella sanità e cresce in relazione alla dimensione aziendale. Si estende il rischio povertà, con l’aumento dei lavoratori poveri e, come si dice oggi, della ‘povertà nonostante il lavoro’».

L’INTERVISTA A MIMMO CARRIERI E CESARE DAMIANO – IL VIDEO

Le condizioni di lavoro Un’altra tendenza è «l’avvicinamento delle condizioni di lavoro – ma verso il basso – tra dipendenti e autonomi. I redditi dei giovani professionisti sono molto vicini a quelli dei giovani dipendenti precari. È stato giusto perciò, nella scorsa legislatura, varare lo Statuto del lavoro autonomo e l’equo compenso. Si avverte un miglioramento delle condizioni ergonomiche in azienda, ma i lavoratori non si sentono coinvolti nei processi di riorganizzazione e partecipazione aziendale».

Scarsa fiducia nella politica La novità maggiore, secondo Carrieri, è «la scarsa fiducia che i lavoratori esprimono nella politica: il 67,8% dichiara di non sentirsi rappresentata dalle forze politiche senza grandi differenze tra destra, centro e sinistra. Questa disaffezione ha trovato ampia conferma nelle elezioni politiche del 4 marzo. Tuttavia, il malessere tocca anche la rappresentanza sindacale. Questi dati critici non sono però accompagnati da una scelta di individualismo o di chiusura. Anzi, la richiesta di una adeguata protezione sociale, di un nuovo ciclo di diritti, della tutela dei beni pubblici e di un rinnovato riformismo ampio e universale è molto evidente tra i lavoratori intervistati».

Cesare Damiano

Il territorio «Terni, particolarmente vocata all’industria e al lavoro, attraversa le sue crisi – ha sottolineato Cesare Damiano, presidente dell’associazione ‘Lavoro&Welfare’ – dal punto di vista occupazionale e della tenuta del sistema industriale. Si pongono, quindi, problemi sia di politica industriale sia di rilancio della capacità di potere d’acquisto dei lavoraotri. Come ha detto anche Draghi, noi abbiamo bisogno di rivalutare i salari se vogliamo aiutare l’economia».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli