lettera di una donna ternana di 35 anni
Il 28 febbraio del 2017 mi trovavo in via Romagna, ero appena uscita dal supermercato e camminavo sul marciapiede per tornare a casa. Improvvisamente un’auto nera, forse una Nissan, mi colpì ad un piede e scappò via. Ricordo il segno dello pneumatico sulla scarpa, il dolore e il freddo. Da allora, il dolore è rimasto – la caviglia non ha più un legamento – e sono emerse ernie in serie, al collo, al braccio sinistro con dolori molto forti e alla schiena.
In pratica dal 2017 trascorro ore dai fisioterapisti che non smetterò mai di ringraziare per tutto, la loro bravura, professionalità, il loro starmi vicino: senza di loro non so come avrei fatto. Grazie in particolar modo a una persona di cui non faccio il nome… ma il grazie più grande va a mio padre per non avermi mai mollata, per tutto quello che ha fatto e continua a fare per me, per essermi sempre vicino ad ogni controllo per aspettarmi di fuori al caldo, al freddo, ogni volta che vado a fare controlli e fiseoterapie.
A tutti vorrei dire: state attenti quando guidate, non siate un pericolo per voi stessi e per tutti noi. Di sicuro non mollerò mai, sorrido e vado avanti a testa alta fiera di me. Non so chi sia stato ad investirmi quel giorno e se verrà da me scusandosi, gli darò la mano e gli dirò: ormai è successo, stai più attento e da adesso fai più atti di bontà.