Macenano, il grido per salvare il centro sociale anziani

Ferentillo – Il presidente Filipponi: «La pandemia ha fermato le iniziative ma non le spese di gestione»

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«Il centro sociale è il nostro spazio. L’ho tenuto aperto con grandi sforzi, tanto lavoro fisico e con fondi personali, ma oggi la strada è sempre più in salita e sempre più sconnessa. Non so per quanto riusciremo ad andare avanti». Domenico Filipponi, presidente del centro sociale anziani Ancescao di Macenano di Ferentillo, racconta dei lunghi mesi condizionati dall’emergenza pandemia e delle enormi difficoltà per far sopravvivere quello che è da sempre luogo di incontro per anziani, bambini e ragazzi.

Le difficoltà

«Gli anziani di Macenano sono gente antica, dura e spigolosa, che non si è mai piegata alle avversità ma che si è trovata disarmata contro un nemico subdolo», racconta Filipponi. «Le pandemie attaccano e si prendono per primi i più deboli. I vecchi. Ed io mi sento impotente. Posso solo dare consigli, informare, incoraggiare e tenere aperto l’unico avamposto di socializzazione: il centro sociale anziani. Ma non so per quanto tempo sarà possibile andare avanti. Ho riaperto con mille dubbi e altrettante paure, con la responsabilità di organizzare uno spazio sicuro. La pandemia forse non ci ha reso migliori ma ci ha temprato. Più persone insieme sono più forti e allora devo caparbiamente tenere aperto tutti i pomeriggi, tutti i giorni. Le lunghe chiusure non hanno fermato le spese generali, come ad esempio le bollette. Un’emergenza comune a tante associazioni come la nostra cui va trovata una soluzione. Tutti parlano di resilienza, di resistenza ma parlano e basta. Noi siamo deboli, pochi, senza mezzi e la nostra determinazione vacilla. Ma vogliamo andare avanti, certi che le persone di buona volontà accoglieranno il nostro appello a fare rete per trovare soluzioni. Altrimenti le nostre associazioni moriranno una dopo l’altra».

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