Mafia, ‘sigilli’ per la Face4job di Terni

Blitz della polizia di Stato: 300 mila euro da Bacchi, per gli investigatori la somma è frutto di riciclaggio e concorso esterno in associazione mafiosa. Commissariamento antimafia

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Amministrazione giudiziaria per un anno, ovvero il commissariamento. La notifica alla Face4job srl di Terni è arrivata mercoledì e fa seguito ad un’indagine della polizia di Stato – divisione anticrimine – legata al re delle sale scommesse, Benedetto Bacchi: secondo ciò che è emerso ha versato tra il 2015 e il 2016 oltre 300 mila euro a «titolo di sovrapprezzo sottoscrizione quota parte capitale sociale». C’era un problema: per gli investigatori una somma frutto di riciclaggio e concorso esterno in associazione mafiosa.

MAGGIO 2015, FACE4JOB: «TOGLIERE QUALSIASI FORMA DI INTERMEDIAZIONE»

L’ingresso (foto polizia di Stato)

La storia

Una quantità di denaro rilevante per l’avvio della start-up (mette a disposizione un servizio di supporto digitale e telematico alle imprese per la selezione del personale) con sede a Terni, tutto sequestrato dalla polizia di Stato. Il provvedimento è stato emesso dal tribunale di Palermo – sezione misure di prevenzione –  e riguarda come detto la società fondata nel 2013 da un imprenditore ingegnere di Partinico: l’amministrazione giudiziaria e il sequestro dei 300 mila euro rientra in un più ampio provvedimento generale dal valore totale di 6 milioni di euro.

TERNI, INTERNET DAY E FACE4JOB NELL’APRILE 2016

Il riciclaggio 

Al centro dell’attenzione c’è Bacchi che, nel corso degli anni, è riuscito a monopolizzare il settore dei giochi e creare una rete di agenzie scommesse. Dall’indagine è emerso che – in sostanza – ha reinvestito nella Face4job parte dei proventi considerati illeciti in questo ambito: «È apparso evidente come questa circostanza, anche in considerazione del ben più modesto valore nominale delle quote possedute da Bacchi nella società (pari al 10 % del capitale sociale), non può essere – spiega la polizia di Stato – altrimenti giustificata, in termini economici, se non con l’ipotesi della realizzazione di un’operazione meramente finalizzata al reimpiego di capitali di provenienza illecita».

Il futuro

La misura di prevenzione antimafia è scattata per l’influenza – almeno da ciò che è stato riscontrato – subita da parte di elementi vicini a Cosa Nostra. Per ora c’è dunque l’amministrazione giudiziaria: scaduti i dodici mesi, sarà valutato se restituire il tutto oppure procedere – per il denaro come detto è già accaduto – con il sequestro.

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