Minori e reati online: 228 casi in Umbria

Un arresto per pedofilia online, tre persone denunciate all’autorità giudiziaria, otto denunce da parte di vittime di adescamenti online, 292 siti monitorati, 88 nuovi siti pedopornografici inseriti nella ‘black list’ per un totale di 79 siti. Ma anche sei casi di stalking via web, 41 casi di diffamazione online (con 7 minori denunciati all’autorità giudiziaria), ben 181 casi trattati fra ingiurie (24), minacce (27), molestie (29), furti di identità digitale (81), diffusione di materiale pedopornografico (81) e 57 minori denunciati.

Il bilancio Questi i numeri, relativi al fenomeno del cyberbullismo,  che emetgono dall’attività del Compartimento polizia postale e delle comunicazioni dell’Umbria nel corso del 2015. Gli agenti – oltre alla repressione dei reati – sono da tempo in prima linea con un’attenta opera di prevenzione fra i giovani. Solo nel 2015 sono stati 29 gli incontri organizzati all’interno di altrettanti istituti scolastici della regione, per un totale di 5.500 studenti coinvolti.

L’evento «Prevenzione e formazione – spiega Anna Lisa Lillini, dirigente del Compartimento della polizia postale dell’Umbria – sono gli strumenti più efficaci per far sì che i giovani imparino a navigare con prudenza in internet e per aiutare, allo stesso tempo, i genitori a conoscere i mezzi a loro disposizione per proteggere i figli dai pericoli del web». Nell’ambito delle iniziative promosse per celebrare il ‘Safer Internet Day 2016’, che quest’anno si terrà il 9 febbraio, la polizia postale e delle comunicazioni, in collaborazione con il Miur, ha organizzato workshop sul tema del cyberbullismo nelle scuole delle province di Perugia e Terni.

In Umbria Gli istituti coinvolti nell’incontro del 9 febbraio, in Umbria,  sono l’Itis ‘Alessandro Volta’ di Perugia e l’Itt ‘Allievi-Sangallo’ di Terni. L’evento è previsto nelle scuole di 100 capoluoghi di provincia italiani. La polizia postale e delle comunicazioni incontrerà oltre 60 mila ragazzi in occasione del ‘Safer Internet Day’ con lo slogan «Play your part for a better internet» ovvero «Gioca la tua parte per un internet migliore». «La polizia postale è presente anche sulla Rete – continua Anna Lisa Lillini – con consigli utili che possono essere reperiti sul sito poliziadistato.it e su quello del commissariatodips.it, oggi anche attraverso l’app scaricabile gratuitamente sul proprio smartphone o su tablet».

‘Una vita da social’ è un progetto itinerante sviluppato dalla polizia postale e delle comunicazioni in collaborazione con il Miur e cofinanziato dalla Commissione europea nell’ambito delle iniziative di ‘Generazioni Connesse’, che ha l’obiettivo di aiutare gli utenti della Rete a navigare in piena sicurezza e a gestire con consapevolezza e controllo i dati condivisi online. L’iniziativa ha anche una sua pagina Facebook su cui vengono riportate tutte le attività e le impressioni dei giovani coinvolti. L’obiettivo delle attività di formazione è insegnare ai ragazzi a sfruttare le potenzialità comunicative del web e delle community online senza correre rischi connessi al cyberbullismo, alla violazione della privacy altrui e propria, al caricamento di contenuti inappropriati, alla violazione del copyright e all’adozione di comportamenti scorretti o pericolosi per sé e per gli altri.

La ricerca Un impegno avvalorato anche dai recenti dati pubblicati da Norton Cyber Security Insights Report, sul rapporto tra giovanissimi e sicurezza online. Dal report emerge che il 92% dei genitori italiani si è detto preoccupato della sicurezza online dei propri figli, e tre su quattro hanno dichiarato di aver preso precauzioni per proteggerli. Le misure più utilizzate dai genitori sono state le limitazioni all’accesso ad alcuni siti web (53%) e alle informazioni che postano su di loro sui propri social network (51%), insieme a quelle che i loro figli possono condividere con le loro cerchie di amici online (47%). Inoltre, il 42% dei genitori italiani ha dichiarato episodi di cybercrime subiti dai figli, i più frequenti dei quali sono stati il download di un virus sul loro pc o su quello della famiglia (20%), risposte a email di phishing (9%), episodi di smishing (la variante sms del phishing) e violazioni dei profili social (entrambe al terzo posto in classifica, con l’8% delle risposte). In questo contesto, le maggiori preoccupazioni dei genitori riguardano per il 61% il timore che i propri figli possano dare troppe informazioni a sconosciuti, il 59% la paura che possano essere convinti con l’inganno a incontrare malintenzionati e il 53% che potrebbero subire atti di bullismo oppure molestie.

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