Il secondo appuntamento – al Teatro Manini di Narni – con la ‘Stagione fantasmi all’opera’ organizzata dall’associazione Amici della lirica e dal Comune, si tinge di giallo.
Lo spettacolo Venerdì prossimo con inizio alle 21 – gli organizzatori hanno allestito un servizio di navetta da Terni, con partenza da piazza Tacito alle 20 – sarà proposto ‘Traviata! Nera Marmora: l’usignolo, la gabbia, l’addio’.
«Chi uccise Nera Marmora?» Sulla misteriosa fine del grande soprano – Gina Palmucci il suo vero nome – e sul suo improvviso abbandono delle scene «proprio quando Toscanini la richiedeva espressamente per il Falstaff, Puccini le dedicava la partitura di Bohème ed era ormai stella internazionale di prima grandezza, non s’è mai fatta luce». Lo fa Vincenzo Policreti andando, con mano leggerissima quasi da vaudeville, a ripercorrere le tappe nell’ascesa di una cantante che, partita da umile famiglia nella Terni di fine ‘800, ascese fino a sposare un nobile ricco e prestigioso.
La ricostruzione Policreti si serve di informazioni autentiche e affronta, dopo quasi un secolo, il mistero fino a risolverlo nel sorprendente finale. La commedia si arricchisce di un accurato percorso musicale attraverso Verdi, Puccini, Rossini, Tosti; è qualcosa di inedito: un musical lirico, con la direzione musicale del maestro Sergio Oliva, già direttore al Teatro dell’Opera di Roma.
La protagonista Interprete d’eccezione nella parte di Nera Marmora, il soprano Francesca Bruni, stella anch’essa di sicure dimensioni internazionali e attrice vivacissima e sensibile, coadiuvata dal tenore Francesco Giordanelli che affronta da par suo il ruolo di Caruso, nonché dagli attori Stefano de Majo, Toriano Botti, Paola Di Pasquale, Rita Sbrighi, Andrea Allegretti.
Norcia Allo spettacolo saranno presenti, ospiti dell’Associazione Amici della Lirica, i cittadini di Norcia attualmente residenti nelle strutture alberghiere della città di Terni. «L’intento è quello di offrire loro una serata di musica e spettacolo che possa, almeno in parte e per qualche ora, costituire un piccolo diversivo nella quotidianità della difficile situazione che tutti loro stanno vivendo».
