Novelli Service fallita: «Irresponsabili»

L’annuncio viene da Alessandro Rampiconi (Filt Cgil Umbria). Intanto i sindacati si rivolgono ad Alimentitaliani: «Comportamenti antisindacali»

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«La società Novelli Service, con il suo comportamento di nuovo irresponsabile e irrispettoso, ha di fatto dichiarato il fallimento dell’azienda che all’interno del gruppo si occupa del trasporto primario». La denuncia viene da Alessandro Rampiconi, della segreteria regionale della Filt Cgil Umbria.

Alessandro Rampiconi

La nota Il sindacalista, poi, riporta «lo stringato e criptico comunicato che l’azienda ha rivolto ai dipendenti che, invece, erano in attesa di conoscere i propri turni: “Si porta a conoscenza del personale che, a fronte del grave dissesto finanziario e di squilibrio economico che ha determinato l’avvio di una procedura concorsuale, sono in corso le iniziative di sospensione delle attività aziendali, non più erogabili per le cause anzidette. Al riguardo è appena il caso di rappresentare che i mezzi sono impossibilitati a circolare, atteso il mancato rinnovo della copertura assicurativa per carenza di liquidità e l’antieconomicità della prosecuzione delle attività con i predetti. Conseguentemente la forza lavoro sarà collocata in ferie a decorrere dal 19/09/2017 al fine di smaltire il residuo maturato e, di seguito, sospesa dal servizio per impossibilità, da parte dell’azienda, di ricevere la prestazione lavorativa”. Risulta incredibile che un provvedimento come il concordato preventivo in continuità, che per sua natura tenta di non far fallire l’azienda venga richiamato come la causa della sospensione».

Gli interrogativi Rampiconi, poi, passa alle domande; «Ci chiediamo, chi farà i viaggi per il pane e le uova prodotte in questi giorni. Se non si hanno i soldi per pagare le assicurazioni, con quali risorse si pagano eventuali fornitori del servizio? Questo quadro viene aggravato da una comunicazione informale che l’amministratore delegato ha rivolto ad alcuni dipendenti, dicendo loro che in caso di chiusura dell’attività sarebbero stati riassorbiti, non si sa bene con quali modalità e coperture contrattuali. Ovviamente, guardandosi bene dal fare una comunicazione ufficiale alla presenza del sindacato, che non è mai riuscito ad avere una corretta interlocuzione con la proprietà».

«Sarà battaglia» I lavoratori di Novelli Service, conclude il sindacalista, «non meritano questo ‘benservito’, anche a fronte dei tanti sacrifici fatti in questi anni. A Terni ci sono lavoratori che fanno il proprio lavoro e meritano rispetto, se altrove non si riconoscono le relazioni sindacali qualcuno se ne deve fare una ragione qui ed ora. Ormai la battaglia sarà solo legale e da subito chiederemo all’ispettorato del lavoro di attivarsi per riprendere la riunione saltata per consentire le ferie di lorsignori». Ma c’è anche molto altro.

La diffida C’è una missiva, inviata attraverso l’avvocato Cavicchioli, con cui i sindacati che seguono la vertenza dell’ex Novelli – Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil – ‘diffidano’ la nuova proprietaria del gruppo, la Alimentitaliani della famiglia Greco. Un segno di come la tensione, fra gli alti e bassi degli ultimi mesi, sia destinata probabilmente a salire di nuovo, sul piano delle proteste ma anche delle azioni legali.

LA VERTENZA ‘EX NOVELLI’

«Condotte antisindacali» «Codesta spettabile società – si legge nella lettera inviata alla sede centrale di Cariati ed a quella operativa di Terni del gruppo – ha in più occasioni posto in essere comportamenti diretti ad impedire o limitare l’esercizio della libertà e dell’attività sindacale, nonché a pregiudicare la posizione, la credibilità, l’immagine e la rappresentativa delle organizzazioni sindacali, in contrasto con gli impegni assunti e con condotte qualificabili come antisindacali ai sensi dell’art. 28 della legge 300/70».

Le ‘ferie forzate’ Lo scorso 10 aprile, prosegue la lettera di ‘diffida’ delle tre sigle, «i dipendenti in sciopero di Alimentitaliani srl, dopo la decisione presa al coordinamento nazionale dell’8 aprile e su indicazione delle organizzazioni sindacali, sospendevano lo sciopero per rientrare al lavoro e favorire un clima di distensione in previsione di una ripresa delle trattative al Mise, auspicando il raggiungimento di un accordo che potesse dare maggiori garanzie di continuità al gruppo, a tutela dei lavoratori e nell’interesse generale. Lo stesso giorno, il 10 aprile, agli stessi dipendenti veniva negato l’accesso al proprio posto di lavoro da rappresentanti della proprietà, consegnando sull’atrio della sede in via del Commercio 22 a Terni, le lettere di ‘ferie forzate’. I lavoratori interessati da tale atto sono gli stessi che avevano partecipato agli scioperi ed alle azioni di protesta indetti dalle organizzazioni sindacali».

Sospesi dal lavoro Il 14 giugno seguente le organizzazioni sindacali hanno diffuso «un comunicato con il quale richiamavano l’azienda Alimentitaliani Srl ad un comportamento più responsabile nei confronti dei propri dipendenti nel pagare gli stipendi ed i relativi aumenti contrattuali e sollecitavano un immediato incontro. I sindacati, in accordo con i lavoratori e al fine di sollecitare quanto sopra, confermavano lo stato di agitazione bloccando le ore di straordinario e di flessibilità contrattuale (CCNL Federpanificatori). Alimentitaliani Srl non curante di tutto ciò, il giorno 23 giugno consegnava a due lavoratori di lnterpan dì Amelia una lettera raccomandata a mano con la contestazione di non aver dato disponibilità a ore di straordinario nella giornata del 16 giugno. Successivamente l’azienda, dichiarando le giustificazioni nel frattempo formulate dagli interessati come non accoglibili, nonostante fosse evidente che gli stessi lavoratori avevano aderito all’iniziativa di protesta delle organizzazioni sindacali, comunicava ai lavoratori con una nuova raccomandata a mano del 31 luglio la conferma della sanzione a tre giorni di sospensione».

Assemblea in strada Il 30 agosto le organizzazioni sindacali «comunicavano ad Alimentitaliani srl la convocazione dell’assemblea retribuita sulla base dall’articolo 8 del CCNL e dell’articolo 20 legge 300/70. L’azienda faceva presente che i locali a disposizione per tale assemblea non sarebbero stati quelli abituali della sede amministrativa di via del Commercio, ma quelli individuati in via Mercurio 15 a Terni (ex mangimificio). Le organizzazioni sindacali ribadivano con risposta via e-mail che doveva essere messo a disposizione un locale idoneo. Il 31 agosto alle ore 12, in occasione dell’assemblea, i locali messi a disposizione dall’azienda in via del Mercurio non erano aperti, costringendo i rappresentanti sindacali e i lavoratori presenti a svolgere l’assemblea in strada. La presente – conclude la lettera – va considerata ad ogni affetto di legge come atto di diffida e costituzione in mora, facendo osservare che si procederà nella sede opportuna per la tutela dei diritti delle organizzazioni sindacali rappresentate e dei lavoratori interessati».

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