Omicidio Sonia Marra, un giallo lungo 11 anni

Mistero irrisolto quello della scomparsa della studentessa pugliese, dopo l’assoluzione di Bindella. La sorella: «Non smetteremo di cercare la verità»

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Sono passati ormai undici anni da quel 16 novembre 2006 quando una giovane studentessa di origini salentine, Sonia Marra, fece perdere ogni traccia di sé.

La vita di Sonia Originaria di Specchia, in provincia di Lecce, Sonia era venuta a studiare a Perugia e frequentava un corso per diventare tecnico di laboratorio biomedico. Aveva 25 anni quando, all’improvviso, è scomparsa nel nulla senza lasciare indizi. Oltre all’università, Sonia lavorava come segretaria alla scuola di teologia di Monte Morcino. Di lei si perdono le tracce nella notte tra il 16 e il 17 novembre, quando la madre e la sorella cercano di contattarla più volte al cellulare che risulta spento. La mattina seguente i vigili del fuoco sfondano la finestra dell’appartamento in cui la ragazza viveva da sola, a Elce. C’è una fuga di gas nell’appartamento. Ma Sonia non c’è, e non viene trovato neppure il cellulare della ragazza.

La scomparsa In un primo momento le indagini si erano concentrate verso l’ambiente che Sonia frequentava per il suo lavoro, un testimone aveva raccontato che la sera prima un uomo sarebbe entrato e uscito dall’appartamento della ragazza con le chiavi in mano. La svolta, però, sembrava essere arrivata quando gli inquirenti trovano un test di gravidanza a cui la ragazza si sarebbe sottoposta alla vigilia della scomparsa. Dopo undici anni e un processo che ha subito ritardi, sospensioni e colpi di scena, l’unico imputato per l’omicidio è sempre stato Umberto Bindella, ex guardia forestale di Marsciano oggi 38enne, a cui gli inquirenti sono risaliti attraverso i tabulati telefonici delle chiamate partite dal cellulare della ragazza.

Il ruolo di Bindella Secondo i magistrati l’uomo avrebbe avuto una breve relazione sentimentale con Sonia che si sarebbe invaghita del giovane che, però, non la ricambiava e per questo non avrebbe voluto avere un figlio da lei. Bindella, dal canto suo, si è sempre dichiarato estraneo ai fatti. Arrestato nel 2010 e poi rilasciato per mancanza di gravi indizi di colpevolezza, Bindella è stato rinviato comunque a giudizio. Per l’accusa, che per lui aveva chiesto 24 anni di prigione nel processo mediatico più lungo celebrato davanti alla corte d’assise del capoluogo umbro, era lui l’omicida, colpevole anche di occultamento di cadavere.

Il processo Accusa, questa, poi caduta in prescrizione sia per Bindella che per Dario Galluccio, l’amico finanziare con cui, secondo una prima ricostruzione, l’indagato avrebbe occultato il cadavere della giovane dopo averla uccisa in seguito a una discussione con Sonia, dopo aver appreso della gravidanza della giovane. Il processo si è aperto nel 2011 per poi interrompersi per il cambio del collegio giudicante e, quando la sentenza sembrava vicina, lo scorso marzo, la Corte ha chiesto di acquisire tutte le puntate della trasmissione ‘Chi l’ha visto’, le email, le telefonate e le segnalazioni che la redazione ha ricevuto dal 2006 ad oggi.

L’appello della sorella Non hanno mai smesso di cercarla, la speranza di ritrovare almeno il corpo è stata sempre viva nella famiglia Marra, in sua sorella Anna soprattutto. A un suicidio della sorella, o un allontanamento volontario non ci hanno mai creduto. L’ultimo appello era stato lanciato appena un mese fa. «Se qualcuno sa qualcosa – aveva detto – che si metta le mani sulla coscienza e ci dica che fine ha fatto, dov’è il suo corpo. Almeno per metterle un fiore sulla tomba».

L’assoluzione Giovedì pomeriggio, alle 17, è infine arrivata la sentenza di assoluzione della corte d’assise di Perugia, composta dai giudici Gaetano Mautone e Giuseppe Narducci. «Bindella non ha commesso il fatto», hanno decretato i giudici riuniti in camera di consiglio. Ad attendere la lettura della sentenza, a Perugia, c’era tutta la famiglia della giovane, difesa dall’avvocato Alessandro Vesi. «Se non era questa la strada giusta fateci sapere qual è» è stato il commento della sorella di Sonia, Anna Marra che ha dichiarato di credere ancora nella giustizia. «Noi attendiamo la verità». Dai legali di Bindella, Silvia Egidi e Daniela Paccoi, il commento è stato unanime: «Anche se tardi, per noi giustizia è fatta».

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