Onlus a Guardea: «Tutto prescritto»

Va in archivio il procedimento aperto dalla corte dei Conti dell’Umbria verso la Comunità Incontro e cinque fra amministratori ed ex

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Va in archivio con un ‘nulla di fatto’ il procedimento avviato della procura della corte dei Conti dell’Umbria che aveva contestato un danno erariale di quasi 600 mila euro alla Comunità Incontro onlus di Amelia e a cinque fra amministratori ed ‘ex’ del Comune di Guardea. I giudici di via Martiri dei Lager hanno infatti rilevato la prescrizione dell’azione risarcitoria, riferita a fatti che sarebbero avvenuti fra il 2004 e il 2009.

La vicenda Oltre alla comunità di recupero amerina, la magistratura contabile aveva citato l’attuale sindaco Giampiero Lattanzi e il precedente Vasco Scianca, gli ex assessori Fabio Latini (attuale vice sindaco), Pascuccio Varasi e Piero Innocenzi. Tutti erano finiti sotto la lente per una struttura di proprietà della Comunità Incontro situata alla periferia di Guardea, poi ricompresa nella disponibilità del Comune, ristrutturata con fondi pubblici e destinata ad attività di recupero di ex tossicodipendenti. La contestazione della procura della corte dei Conti era relativa al fatto che il centro non fosse mai entrato in funzione, nonostante le risorse percepite per rimetterlo a nuovo.

L'avvocato Nicola Pepe

L’avvocato Nicola Pepe

«Soddisfazione» Il procedimento era stato discusso lo scorso marzo e la sentenza è arrivata il 25 novembre. In sostanza i giudici hanno accolto l’eccezione di prescrizione formulata dal legale difensore degli amministratori pubblici, l’avvocato Nicola Pepe del foro di Orvieto. Quest’ultimo si dichiara «soddisfatto, non tanto e non solo per l’accoglimento dell’eccezione presentata, quanto perché è stata sostanzialmente ribadita la correttezza dell’operato dei pubblici amministratori coinvolti nella vicenda». Quello relativo alla struttura di recupero di Guardea è stato uno dei primi procedimenti discussi in Umbria, relativi all’utilizzo di fondi comunitari. La Comunità Incontro era difesa dagli avvocati Francesco Tedeschini e Fabiana Seghini.

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