Perugia, differenziata: «Flop prevedibile»

Percentuali basse e un’organizzazione che favorisce il ‘turismo dei rifiuti’. Cristina Rosetti, M5S: «Sistema certificato per bruciare le risorse»

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di L.P.

Passano i mesi ma il nodo-rifiuti in Umbria sembra essere più caldo che mai. Vecchie questioni, apparentemente sopite, che tornano a riesplodere con forza e conti che continuano a non tornare.

Tutti i nodi Da Orvieto a Perugia, passando per l’inceneritore di Terni cittadini, ambientalisti e comitati civici sono sempre più sul piede di guerra. A cominciare proprio dalla Rupe dove, lunedì prossimo, si terrà un consiglio comunale aperto per discutere del futuro della discarica Le Crete dopo il via libera della Regione al progetto presentato dalla Sao di un centro di compostaggio e stoccaggio per i rifiuti dietro il quale, secondo gli ambientalisti, si celerebbe un primo tiepido tentativo di avallare l’ampliamento della discarica.

Perugia Tornando al capoluogo, però, le beghe non son da meno. Con un’inchiesta in corso portata avanti dalla Dda sull’affair Gesenu e nonostante gli sforzi, portati avanti dall’amministrazione comunale, tesi a evitare il blocco della raccolta e a un rilancio dell’azienda, sulla differenziata i conti continuano a non tornare. Lo certifica lo stesso palazzo dei Priori che, se a parole, tramite il vice sindaco, loda il progetto partito ormai un anno fa per la raccolta rifiuti in centro, per iscritto tenta di spronare Gest per migliorare una situazione resa ogni giorno più complessa.

‘Turismo’ Il principale problema è quello del cosiddetto ‘turismo dei rifiuti’, quei cittadini che vivono ai margini del centro storico e si trovano a gettare via l’immondizia nei cassonetti stradali poco lontani da casa piuttosto che utilizzare i mastelli, ingombranti e poco funzionali, o di conferire nel furgoncino che attraversa il centro storico. Un vero e proprio flop, dunque, che contrasta con l’ipotesi di allargare il servizio porta a porta anche fuori al centro storico. L’esperienza di Raccoglincentro, sistema misto e ibrido, non funziona, mentre alcuni mastelli non sono neanche stati ancora ritirati. «Una progettualità sbagliata – sottolinea Cristina Rosetti, del Movimento 5 stelle – che abbiamo pagato caro, più di due milioni di euro e che sembra costruita per bruciare le risorse». L’aver lasciato i cassonetti stradali appena fuori dal centro è stato un autogol clamoroso, ad esempio, così come ipotizzare il servizio-navetta ‘Raccoglincentro’ ad orari in cui, solitamente, le persone sono a lavoro».

Gestione ibrida Un sistema che prevede più modalità di raccolta e che risulta, dunque, farraginoso. E i dati lo confermano: «Parte dell’utenza non ha mai ritirato i mastelli -prosegue la Rosetti – come i più anziani, sono pesanti, come fanno a portarli giù e su ogni giorno? Il vecchio sistema di ritiro con i camioncini notturni, funzionava meglio e garantiva una maggiore tracciabilità. Nel contempo si sarebbero dovuti eliminare i cassonetti via via che ci si allontana dal centro ed allargare il servizio a tutta la città con l’introduzione della tariffa puntuale e di una vera tracciabilità dei rifiuti».

Un insuccesso prevedibile, dunque, confermato dalle percentuale di differenziata, ad oggi ferma al 62,3% e che dovrebbe arrivare almeno al 65% entro la fine dell’anno, obiettivo che doveva essere raggiunto già nel 2012, assieme all’effettivo avvio al riciclo. «I deficit sull’organizzazione sono sempre quelli e hanno provocato un fallimento oggettivo del sistema – conferma ancora la capogruppo del M5S – Il sistema del centro storico funzionava e aveva portato buoni risultati. Quello che aveva bisogno di interventi era la raccolta stradale, dell’umido soprattutto. Quello raccolto nei cassonetti è di una qualità non appropriata, quando la Gesenu farà ripartire Pietramelina ha già detto ai comuni non accetterà materiali con una percentuale di scarti in eccesso superiore all’8%. Alla luce di questo si dovrebbe lavorare per migliorare la qualità non cambiare le modalità che funzionavano. I dati smentiscono le previsioni fiduciose dell’amministrazione».

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