Perugia, dodici aree per gli orti urbani

Al via il progetto a San matteo degli Armeni, pronti i progetti per altre iniziative analoghe

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di M.Lilla

Anche San Matteo degli Armeni avrà la sua area per orti urbani. Presentato stamane dal vice sindaco Urbano Barelli nella Sala della Vaccara il progetto voluto dall’amministrazione comnale inerente alla realizzazione di nuove aree per gli orti urbani.

San Matteo degli Armeni
Saranno dodici le aree nuove diffuse sull’intero territorio perugino che potranno essere destinate agli orti urbani, tra cui quella relativa a San Matteo degli Armeni che è in avanzata fase di completamento. Per i 700 metri quadri in questione il via è stato dato mercoledì scorso dalla Giunta Comunale con l’approvazione del progetto partecipato, coordinato dall’Associazione Vivi il Borgo e realizzato col supporto dell’Università degli studi di Perugia. Il Vice Sindaco Barelli ha sottolineato che si tratta di un’iniziativa che arriva a conclusione dopo un percorso complesso, avviato circa 6 anni fa, grazie alla collaborazione con Vivi il Borgo e Italia Nostra nazionale. Si è trattato di un risultato che premia l’impegno dell’Assessorato e degli uffici, rivolgendosi all’economia sociale ed alla passione diffusa nella cittadinanza.

Visione sostenibile «L’Amministrazione – ha sottolineato Barelli – non vuole, imporre alunchè, bensì intende instaurare con le Associazioni un rapporto fiduciario perché è l’unico in grado di funzionare». Non è un caso la scelta di San Matteo degli Armeni che, ha detta dell’ammnistrazione, sta diventando sempre più un luogo di riscoperta d’identità cittadina. Lo scopo finale di questo progetto resta: «la valorizzazione del territorio e dell’economia sociale di prossimità, recuperando nel contempo parti della città spesso abbandonate per farne un uso accorto ed utile».

Finalità sociali
Sono state individuate diverse tipologie di orto urbano da realizzare: l’orto sinergico che attraverso meccanismi di autofertilità del suolo, l’orto a cassoni, un metodo di coltivazione tipico dei monasteri nel medioevo, dove la disponibilità di terra era limitata; l’orto biologico, col metodo della conduzione biologica che esclude l’uso di formulati chimici (pesticidi e concimi) a favore di un’adeguata rotazione colturale e di una scelta di prodotti adatti all’ambiente, l’orto delle perenni, dedicato alle specie ortive perenni e l’orto etnico, destinato, invece, agli ortaggi alloctoni. Si prevede di realizzare anche un’area didattico-sociale, una serra per la produzione delle sementi e un’area di compostaggio per l’autoproduzione di fertilizzante naturale. Il prossimo passo sarà, dunque, l’affidamento, tramite la stipula di apposita convenzione, all’Associazione Vivi il Borgo della gestione dell’area e dell’orto urbano.

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