Perugia, eroe di guerra festeggia 100 anni

Compleanno speciale per Settimio Fabbri, organizzato dall’Anmig. Una vita avventurosa a partire dalle campagne in Grecia e Russia

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Festa grande in casa Anmig, l’associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra, per i cento anni del socio storico Settimio Fabbri, classe 1918. Reduce della 2° guerra mondiale e da sempre iscritto all’Anmig, è stato insignito di un diploma, di una medaglia commemorativa e di un quadro con una raffigurazione di palazzo dei Priori. A consegnarlo nella sua abitazione, insieme a una lettera di auguri da parte del sindaco Andrea Romizi, il presidente del consiglio comunale Leonardo Varasano.

Commozione Con lui c’erano i familiari, fra cui il figlio Alvaro, la nuora Catia e la nipotina Matilde, e i rappresentanti dell’associazione Fiorella Agneletti (vicepresidente regionale), Rita Bacoccoli (presidente sezione di Perugia) e Adua Magri, componente del consiglio. Commosso, Settimio ha voluto «ringraziare tutti quelli che si sono interessati a me. Auguro a tutti lunga vita, di più non posso fare». Un augurio ricambiato dal lungo applauso dei presenti. «È un privilegio averla vicino – ha detto Fiorella Agneletti -, ha vissuto momenti tragici e la sua memoria deve essere di insegnamento per tutti».

Una storia lunga un secolo È lunga la storia di Settimio, perugino di Ponte della Pietra, settimo di otto figli. Nell’ottobre del 1940 venne inviato sul fronte greco-albanese e, dopo due anni esatti, in quello russo. Il 28 dicembre 1942, dopo l’arretramento delle linee a seguito di scontri con l’armata sovietica, Settimio venne ferito con un’arma da fuoco al piede destro e fatto prigioniero. Mostrava segni di congelamento agli arti inferiori e nel 1943 subì alcune prime amputazioni. Nel febbraio ’43 venne spedito come prigioniero in un villaggio degli Urali caucasici, al campo di lavoro numero 260, dove rimase fino all’ottobre 1945. Rientrò in Italia dopo un viaggio di 40 giorni. Nonostante la menomazione patita, la vita di Settimio è proseguita in modo accettabile, pur con i limiti di una tale situazione fisica. Nel settembre 2003, a causa di un epitelioma spino-cellulare sopraggiunto all’avampiede destro riconducibile al congelamento avuto in Russia, ha dovuto subire un ulteriore ricovero in cui gli è stata amputata la gamba fin sotto al ginocchio. Quest’ultimo evento ha fortemente condizionato la sua vita e anche quella dei suoi familiari. Nonostante tutto Settimio ha mostrato una notevole forza di volontà e coraggio nell’affrontare la nuova menomazione, arrivando con grande volontà fino al suo centesimo compleanno.

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