Perugia, via Grecchi: «Scale della vergogna»

Il gesto del proprietario di un bar di via Bonazzi. Dopo la provocazione, la richiesta al Comune: «Tappi almeno le buche prima del festival del giornalismo»

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di E.M.

«Non sono i sassi di Matera», e poi «Cartolina di Perugia», e ancora «Souvenir dalle scale di via Grecchi». Sono ancora sul bancone del Caffè Bonazzi di Perugia, i cartelli provocatori della protesta organizzata ieri dai proprietari del bar contro il degrado delle scalette – quelle di via Grecchi, appunto – che collegano piazza Italia con via Bonazzi. Ora che la provocazione è rimbalzata sui social, Stefano Frizza e la moglie Maria Teresa sperano che sia la volta buona e chiedono che il Comune chiuda le ‘buche’ delle scale, anche con una semplice colata di cemento, prima del festival del giornalismo di inizio aprile.

La protesta Stefano Frizza non è nuovo a «burle» di questo tipo – come le chiama lui – per far parlare dell’incuria in cui da anni versano quelle scale che si trovano proprio davanti al suo bar. Già l’anno scorso, infatti, aveva istituito una colletta e raccolto 30 euro per comprare una capra che potesse mangiare le erbacce cresciute tra i gradini dissestati. Questa volta, invece, ha pensato di raccogliere i pezzi delle scale e di inscenare un mercatino per ‘venderli’ come souvenir dalla città. «Un gesto che forse stavolta a qualcosa è servito – ha detto il signor Frizza a umbriaOn – se ne è parlato molto, soprattutto sui social, dove ha raggiunto i 600 mi piace. La gente gira, vede e si interessa; nel giro di pochi giorni lo sapranno tutti e a quel punto il Comune non potrà più fare finta di niente». 

«Centro storico di serie B» L’accusa di Stefano e Maria Teresa, condivisa da molti commercianti e residenti della zona, riguarda il lassismo con cui Palazzo dei Priori si occuperebbe della ‘questione via Grecchi’. «Il Comune pensa alla periferia e a corso Vannucci – dicono – ma non a questa zona del centro che invece dovrebbe essere il biglietto da visita della città, perché è proprio qui che arrivano tanti turisti». Nella zona – ripete il signor Frizza – ci sono almeno sette alberghi e i visitatori, nel tragitto, passano inevitabilmente per le scale, che però sono rotte, irregolari e consumate dal tempo. «Negli ultimi tempi diverse persone sono cadute – racconta Maria Teresa – ma c’è anche gente che mi dice che le evita perché ha paura».  

Interventi sempre rimandati Eppure, che i lavori di riqualificazione di via Grecchi siano necessari non è una novità: negli anni sono stati proposti più volte e mai iniziati. La giunta Boccali – spiega il titolare del Caffè Bonazzi – aveva stanziato dei fondi per mettere a posto le scale ma, a lavori già partiti, alcuni commercianti e residenti avevano raccolto le firme contro il colore dei mattoni scelti. Così quel progetto, che prevedeva scalini rossi con finitura in marmo, era stato bloccato. Poi, circa un anno fa, il consiglio comunale ha approvato nuovamente un ordine del giorno sulla pavimentazione delle scale, che però non si è ancora trasformato in un intervento concreto.

La richiesta Ora, per i promotori della protesta, non si può più aspettare: «È assurdo che il Comune faccia una così brutta figura con i turisti e crei un danno alla città, solo per rimandare dei lavori così semplici». E, intanto, si accontenterebbero di una soluzione momentanea. Nell’attesa del rifacimento, si potrebbe rimediare «tappando le buche con semplici colate di cemento» che renderebbero le scale, se non bellissime, almeno più sicure. «Durante il festival del giornalismo (dal 5 al 9 aprile, ndr) – l’appello dei coniugi – gli alberghi della zona si riempiranno e non possiamo permettere che la gente scenda una scalinata del genere».

 

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