Perugia, via Parione: ‘tuona’ anche la Chiesa

Il parroco di Santo Spirito protesta perché i fedeli non possono accedere alla chiesa: «La burocrazia uccide non solo la speranza, ma anche il buonsenso»

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Non ci sono solo le storie delle famiglie, ‘intrappolate’ in via del Parione a Perugia, per i lavori in corso per il consolidamento e la messa in sicurezza del stabile dell’ex carcere. Adesso – dopo le loro proteste – arrivano anche quelle di monsignor Saulo Scarabattoli, vicario episcopale della Prima Zona pastorale dell’Archidiocesi (Perugia città): i lavori si svolgono infatti nelle vicinanze della storica e molto frequentata chiesa parrocchiale di Santo Spirito e «la messa in sicurezza di questo edificio ha causato la chiusura (da cinque mesi) della via principale di accesso (via del Parione) per veicoli e pedoni alla stessa chiesa, creando non pochi problemi ad anziani e disabili che frequentano assiduamente il luogo di culto».

La Pasqua Monsignor Scarabattoli, che della chiesa è il parroco, dice di aver «fatto già richiesta alle autorità civili preposte in materia per permettere ai pedoni di raggiungere facilmente la chiesa almeno nel periodo delle festività pasquali, in particolare durante la Settimana Santa. Lunedì 10 aprile più di quaranta adolescenti della parrocchia con le loro famiglie e amici animeranno la Via Crucis in preparazione della loro Cresima, che riceveranno la Notte di Pasqua, il cui percorso tradizionale, per le vie principali della parrocchia, dovrà essere modificato con non pochi problemi logistici».

La protesta Secondo monsignor Scarabattoli «basterebbe rimuovere da via del Parione due lamiere per permettere, per pochi giorni, il transito dei pedoni. E’ una situazione, comunque, non più sostenibile per tanti cittadini pur riconoscendo la fondatezza dell’intervento di messa in sicurezza. Non è comprensibile, nel contempo, il ritardo dell’avvio dei lavori di consolidamento delle parti dichiarate “pericolanti” delle facciate esterne, per altro protette da una grande impalcatura di lamiere e tubi innocenti realizzata su tre lati dell’ex carcere con un dispendio non indifferente di denaro pubblico. L’Amministrazione comunale sta facendo tutto il possibile per rendere nuovamente percorribile la via, ma l’ultima parola spetta al Dipartimento del Ministero della Giustizia di Roma e al Provveditorato dell’Amministrazione penitenziaria di Firenze per modificare l’impalcatura di protezione (opera che richiederebbe due mesi di lavoro), così da permettere la fruibilità del tratto attualmente chiuso di via del Parione».

Nessuno risponde Ad entrambi gli enti, racconta monsignor Scarabattoli, «abbiamo chiesto spiegazioni di questo ritardo nel modificare l’impalcatura, ma ancora non abbiamo ricevuto risposta. Nell’attesa la nostra comunità parrocchiale è intenta a “denunciare” attraverso i media questo disagio avvertito da centinaia di cittadini. E’ proprio il caso di dire che la burocrazia uccide non solo la speranza, come dice spesso papa Francesco, ma anche il buonsenso».

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