Picchia e violenta la compagna: condanna per un 26enne ternano

Terni – Tre anni e quattro mesi: il giovane era accusato anche di atti persecutori e furto. L’ultimo chiarimento finito nel sangue: «Hai fatto la mossa sbagliata»

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Tre anni e quattro mesi di reclusione con le modalità del rito abbreviato, oltre ad una provvisionale di 10 mila euro con il risarcimento che verrà definitivamente stabilito in sede civile. Questa la condanna inflitta mercoledì dal tribunale di Terni – gip Simona Tordelli – ad un ternano di 26 anni, accusato di violenza sessuale, atti persecutori, lesioni personali e furto nei confronti dell’ex compagna, coetanea. In aula l’accusa aveva chiesto una condanna a quattro anni di reclusione.

L’indagine

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti – l’indagine era stata condotta dalla squadra Mobile della questura di Terni, anche sulla base degli accertamenti eseguiti dalla squadra Volante -, il giovane – in un arco temporale compreso fra il dicembre del 2019 e il giugno del 2021, quando era stato raggiunto dalla misura del divieto di avvicinamento alla vittima – avrebbe messo in atto tutta una serie di condotte, in diversi casi brutali e originate dalla gelosia, tali da determinare nella compagna, con cui conviveva, uno stato di profonda prostrazione.

Violenza sessuale

Per l’accusa, il 26enne – a volte sotto l’effetto dell’alcol – l’avrebbe insultata e minacciata a più riprese – in un caso anche brandendo un coltello -, monitorando i suoi spostamenti e tenendo costantemente sotto controllo il suo telefono cellulare, comprese foto e post pubblicati sui social. In merito ai fatti più gravi, al giovane sono stati contestati anche due episodi di violenza sessuale, quando avrebbe costretto la compagna ad avere rapporti nonostante il suo netto rifiuto.

«Hai fatto la mossa sbagliata»

Alla fine la ragazza aveva deciso di mettere fine alla relazione e quindi alla convivenza. L’ex però le aveva chiesto un faccia a faccia per un chiarimento definitivo. Lei aveva accettato ma quando era salita a bordo della sua auto, il 26enne – secondo la ricostruzione dell’accusa – si era diretto verso una strada isolata, dicendole: «Hai fatto la mossa sbagliata». Da lì in poi erano stati momenti di terrore e dolore, con la giovane percossa a più riprese e costretta a lanciarsi dall’auto in corsa pur di sfuggire alla violenza. Lui però l’aveva raggiunta e nuovamente picchiata con calci, pugni e afferrandola per il collo. Le lesioni subite e poi refertate dai medici del ‘Santa Maria’ erano state serie – compresa una frattura – per una prognosi di 30 giorni. Fatti seguiti dalla denuncia, dalla misura applicata dall’autorità giudiziaria e quindi dal processo, in cui la ragazza era parte civile attraverso l’avvocato Federica Bigi, mentre il 26enne ternano – assolto dall’accusa di maltrattamenti per i fatti avvenuti fra il 2019 e il 2020 – era difeso dall’avvocato Enrico De Luca che potrebbe impugnare la sentenza in appello.

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