Punto nascite Spoleto, M5S: «Scelta politica la chiusura». La replica della Regione

Il gruppo pentastellato all’attacco: focus sulla richiesta di deroga e la mancanza di trasparenza. Da palazzo Donini: «Fatto tutto il possibile»

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L’ospedale di Spoleto e il caos sul punto nascite. Questo il tema sul quale martedì mattina il M5S ha attaccato l’esecutivo Tesei sulla base di alcuni documenti inediti: «Mancanza di trasparenza e chiara scelta politica».

LA RICHIESTA DI DEROGA

Gli eventi

Per il movimento pentastellato «la chiusura del punto nascite di Spoleto è una precisa scelta politica della Regione Umbria» con «un’assoluta mancanza di trasparenza». Protagonisti il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Thomas De Luca, il capogruppo del M5S Spoleto Samuele Bonanni, il consigliere comunale Enrico Morganti e Claudio Fiorelli, consigliere comunale del M5S Terni e coordinatore regionale del gruppo Sanità del M5S Umbria. Per loro i documenti inediti mostrano «la precisa scelta politica della Regione Umbria per indurre il ministero a una risposta negativa in merito alla richiesta di deroga sulla riapertura del punto nascite del San Matteo degli Infermi. E questo nonostante l’impegno a ripristinare la situazione di normalità dopo la conversione del nosocomio in Covid Hospital, messo nero su bianco dalla presidente Tesei nell’ordinanza dell’ottobre 2020 e poi ribadita nel documento di economia e finanza regionale (Defr) 2022-2024», le parole di De Luca. «Il punto nascite di Spoleto – il riepilogo – viene chiuso nel momento in cui il San Matteo degli Infermi viene convertito in Covid Hospital durante l’emergenza pandemica. L’ordinanza della presidente Tesei (ottobre 2020) afferma che ‘al termine dell’emergenza sarà ripristinata la situazione ex ante’. La necessità di portare a termine questo impegno viene sollecitata in assemblea legislativa dal MoVimento 5 Stelle. Nel Defr 2022-2024 la giunta regionale afferma ‘l’impegno a completare il ripristino nel primo semestre 2022 andando a reintegrare il personale necessario del punto nascite presso l’ospedale San Matteo degli Infermi integrando il personale necessario e ripristinando il pieno assetto dell’emergenza urgenza e attuando tutte le azioni ritenute indispensabili anche in evidenza del fatto che il nosocomio spoletino rappresenta un punto di riferimento di un’ampia zona disagiata’. Le interrogazioni in consiglio regionale presentate dal M5S proseguono nel solco della richiesta di chiarezza in merito alle azioni in campo per il ripristino del personale necessario alla riapertura del punto nascite».

LA RISPOSTA DEL MINISTERO DELLA SALUTE

La relazione Usl

Si arriva al dicembre 2021 con la relazione Usl per richiedere la deroga ed evitare la chiusura: «Ma tutto è stato fatto per farsi dire di no dal Ministero. Com’è stata illustrata – il pensiero di De Luca – l’attività del punto nascite? Quale stima del calcolo delle nascite è stata fatta? Come si fa a fornire dati che portano poi il ministero a dire che ‘il disagio orogeografico dei Comuni bacino di utenza del PN è modesto, limitato a pochi Comuni’? Solo chi non vive in Valnerina può definire modesto questo disagio. Senza il punto nascite di Spoleto, chi da Civita di Cascia deve raggiungere Foligno impiega 1 ora e 20 minuti, da Castelluccio di Norcia ci vogliono 1 ora e 35 minuti. Mettere su famiglia in questi paesi significa assumersi un rischio importante». «La Regione Umbria ha avuto un anno e mezzo per attivare le procedure di urgenza per il reclutamento del personale. Ma la risposta del Ministero sulla richiesta di deroga porta alla chiusura del punto nascite: ‘Si premette che il CPNn, in data 15/1/2021, aveva espresso parere positivo alla deroga per il PN limitato ad 1 anno, con scadenza dicembre 2021, a condizione che la Regione Umbria, entro 15 giorni dalla trasmissione del parere, riferisse in merito al numero delle ostetriche presenti e alle modalità e al cronogramma di reclutamento del personale mancante’. E ancora: ‘La Regione ha comunicato che il PN ha sospeso l’attività a ottobre 2020 per parziale e temporanea riconversione dell’Ospedale presso cui è allocato in ospedale per pazienti Covid positivi. Circa i requisiti necessari alla richiesta di parere di deroga per un PN con volumi’». Il consigliere pentastellato ha insistito: «Come si fa a dire che il disagio è modesto? Può dire questo solo chi il totale abbandono della Valnerina. Com’è possibile prendere in considerazione comuni che sono al di fuori del bacino di utenza dell’ospedale di Spoleto e prendere in considerazione altri che invece ne fanno parte? Assurdo che la proiezione sulle nascite reali più quelle teoriche sia stata fatta in modo arbitrario e discutibile. Con 422 nascite reali più teoriche stimate nel 2020, con dati parziali e condizionati dalla conversione in Covid Hospital, come può il disagio orografico della Valnerina venire considerato modesto o inferiore a quello dell’Alto Cascio? Non è stato fatto abbastanza sulle procedure che dovevano garantire la dotazione di personale. La proiezione del disagio orografico di una zona che fatica ancora a rialzarsi dal sisma è stata poco esaustiva e totalmente insufficiente. Non si può parlare di ospedale del domani se non c’è garanzia della cura oggi».

«Scelte fatte passare per dovute»

Per Fiorelli si può parlare di «scelte volute che vengono fatte passare per dovute. La risposta del ministero è frutto della domanda che è stata posta. Sono stati forniti dati parziali e incompleti che portano a un valore inferiore rispetto a quello che chiede la legge. Invece di mandare i dati parziali del 2020 sarebbe bastato mandare quelli completi del 2019 dove si sono registrate 498 nascite, appena sotto la soglia minima delle 500 richieste dalla legge. Sfido chiunque a chiudere un punto nascite per 2 parti in meno: 498 su un limite di 500. La presidente Tesei e l’assessore Coletto dicono che sono stati obbligati a chiudere il punto nascite per via del parere del Ministero. Ma l’ospedale di Spoleto è strategico, ora l’effetto è sovraccaricare l’ospedale di Terni creando file assurde e tempi lunghissimi, non certo per colpa del personale medico infermieristico. Tutto facendosi scudo del decreto ministeriale che Coletto interpreta come meglio vuole. Se dovessimo seguirlo alla lettera dovremmo chiudere metà degli ospedali in Umbria, compreso quello di Terni e ancora peggio Narni-Amelia. Dovremmo chiudere – ha concluso – anche l’alta specialità a Perugia perchè non si arrivano agli standard che questa legge richiede».

La replica della Regione: «Fatto tutto»

Da palazzo Donini specificano che la Regione «ha portato avanti tutte le possibili iniziative volte a mantenere attivo il servizio. Con l’obiettivo di fare chiarezza sulle questioni sollevate negli ultimi giorni, la Regione Umbria ricorda che il ministero della Salute riceve regolarmente, ogni anno, dalla direzione regionale salute e welfare i flussi informativi relativi ai punti nascita regionali dai quali ricava le informazioni necessarie per le proprie valutazioni. Solo nel 2020 la Regione ha dovuto chiedere la deroga alla chiusura del punto nascita, a seguito di un numero inferiore ai 500 parti/anno registrato l’anno precedente e confermato negli anni successivi (313 nel 2021). Il ministero, avendo a sua disposizione i dati storici relativi al punto nascita di Spoleto e nonostante le motivazioni espresse dalla Regione Umbria nella richiesta di deroga alla chiusura del 2020, ha espresso attraverso il comitato percorso nascita, il suo insindacabile parere, dovuto per legge. La Regione Umbria inoltre, al fine di ottenere la deroga alla chiusura del punto nascita, ha sempre garantito, come richiesto dal Ministero, tutte le condizioni di sicurezza necessarie allo svolgimento delle attività, tra cui il reclutamento del personale necessario. Nello specifico, a seguito del controllo periodico che la direzione regionale salute e welfare effettua sul numero dei parti nei rispettivi punti nascita, è emerso che dal 2019 il numero dei parti del Punto nascita di Spoleto stava scendendo sotto i 500 parti l’anno. La direzione quindi, con una nota ufficiale del 9 ottobre 2020, ha presentato al Ministero (Comitato percorso nascita) la richiesta di deroga per i punti nascita, tra cui Spoleto. Il ministero successivamente ha comunicato alla Regione Umbria il parere positivo alla deroga per il Punto nascita di Spoleto limitata ad 1 anno, con scadenza dicembre 2021, a condizione che la Regione Umbria, entro 15 giorni, fornisse relazione dettagliate sul numero delle ostetriche presenti, nonché le modalità adottate per il reclutamento del personale mancante con un cronoprogramma di attività. Prontamente a fine gennaio 2021, la Regione Umbria ha trasmesso al ministero una relazione dettagliata fornita dalla Usl 2 (prot. n. 20119 del 28 gennaio 2021), in base a quanto stabilito dalla deroga ministeriale. Nel 2021 i nati Spoleto-Valnerina in base ai dati Istat 0-1 anno risultano 313, molto inferiori allo standard di sicurezza dei 500 parti annui. Per questo motivo, in data 21 dicembre 2021, la direzione salute della Regione Umbria, ha inoltrato un’ulteriore richiesta di deroga al ministero per tutto il 2022. Nella riunione del 10 maggio 2022 il comitato percorso nascita però, si è espresso all’unanimità per la definitiva disattivazione del punto nascita di Spoleto, non ricorrendo i requisiti previsti dal decreto ministeriale dell’11 novembre 2015, giungendo a tale decisione in base ad una dettagliata analisi».

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