Regionali, Rubicondi per Partito Comunista

Lanciata la candidatura: «Rappresentiamo un’eccezione rispetto alla sedicente sinistra ‘antiliberista’»

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Pochi mesi e i cittadini umbri torneranno al voto per le elezioni regionali. C’è chi ha deciso di uscire allo scoperto in maniera definitiva: si tratta del Partito Comunista con la candidatura di Rossano Rubicondi. «In questa fase rappresentiamo un’eccezione rispetto alla sedicente sinistra ‘antiliberista’, riteniamo sia fondamentale porre all’ordine del giorno un progetto che miri a costruire un’opposizione concreta all’attacco frontale ai diritti dei lavoratori, dei pensionati e dei disoccupati», spiegano nell’ufficializzare il nome.

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Rossano Rubicondi

Il ‘compagno’

Il Partito Comunista lancia dunque la candidatura «del compagno Rossano Rubicondi a presidente della regione Umbria, significativa nel panorama attuale. Operaio ed ex-sindacalista, è sempre stato in prima fila nelle lotte dei lavoratori con caparbietà e competenza, al loro fianco anche a costo della propria carriera sindacale. Abbiamo aperto tavoli programmatici con lavoratori, forze sindacali ed esperienze locali il cui obbiettivo è il ribaltamento del sistema capitalistico e la costruzione del socialismo e che fanno propria la prospettiva di una riconnessione del blocco sociale di riferimento dei comunisti, riconnessione che riteniamo essenziale per la costruzione di un’opposizione reale ai governi antipopolari, sia di destra che di centrosinistra, in Umbria e nel nostro paese».

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L’indicatore e la bancarotta Pd

Il partito sottolinea inoltre di «rappresentare un’eccezione rispetto alla sedicente sinistra ‘antiliberista’, che continua a perdere consensi. In Umbria, in un anno, l’area di consenso che ha espresso con il voto la propria adesione ai programmi dei comunisti è quasi raddoppiata. Riteniamo questo risultato un indicatore importante: una fascia sempre più consistente della popolazione considera credibili le nostre parole d’ordine, che riportano al centro della politica il conflitto fra capitale e lavoro, la difesa a oltranza dei diritti collettivi delle classi popolari, il contrasto all’avanzata della destra attraverso la presenza reale nei quartieri popolari. La fase politica attuale vede, in Umbria e in Italia, i settori più reazionari della politica guadagnare consensi, sull’onda di una propaganda martellante e spesso vuota di contenuti reali. In questo contesto, in Umbria, ‘Concorsopoli’ ha certificato la bancarotta politica e morale di un Partito Democratico ormai unicamente dedito alla difesa di rendite di posizione, che gli vengono dall’aver costruito nella nostra regione un sistema di potere di cui ‘Concorsopoli’ è solo la manifestazione più eclatante. Cercare di collocare il Pd nel campo della sinistra è una maldestra mistificazione: si tratta di un partito apertamente liberale, impegnato in un conflitto – chiudono – con la destra che nasconde in realtà due diverse prospettive del capitalismo: quella liberale-globalista e quella reazionaria-sovranista. Le classi popolari non hanno nulla da guadagnare da questo scontro, che le vede esclusivamente come una riserva di voti a cui verrà al massimo concessa la soddisfazione della “vittoria elettorale”, una vittoria che porterà loro soltanto ulteriore compressione dei diritti, sfruttamento e impoverimento».

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