Rifiuti a Terni, accertamenti Tari su attività: «114 avvisi. In 66 hanno chiuso l’iter»

In apertura di consiglio scambio Pasculli-Masselli sul caos degli ultimi giorni legate alle aree esterne

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Poteva il consiglio comunale odierno – il penultimo per gli atti ordinari e non urgenti – non iniziare dall’ennesima bagarre legata alla ‘vecchia’ Tari? Chiaro che no. A Terni lunedì pomeriggio il primo tema di confronto ha riguardato gli avvisi di accertamento per omessa od infedele dichiarazione riguardanti il periodo 2016-2020: a far pressing il capogruppo M5S Federico Pasculli, a rispondere l’assessore al bilancio Orlando Masselli.

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Pasculli in apertura ha ricordato delle numerose segnalazioni da parte di commercianti e ristoratori per l’occupazione degli spazi esterni. Dal canto suo Masselli ha ricordato la legge istitutiva della Tari e l’applicazione nei regolamenti comunali: «Anche le aree scoperte, domestiche e non, la pagano. Ricordo che c’è stata una gara assegnata nel 2020 a Municipia per gli accertamenti. Per quel che mi riguarda la cosa naturale è proseguire l’attività e non interromperla nel periodo pre elettorale. Da quando è partito il lavoro su questo fronte, un anno fa, su 6.296 attività sono state emessi 114 avvisi». Poi il dettaglio: «In 66 hanno compiuto il percorso per la completa ‘bonifica’; di questi 66, 7 sono stati rettificati perché le istanze dei contribuenti sono state ritenute legittime. Poi 24 sono stati pagati: 13 per un totale di 9.200 euro circa e 11 rateizzati fino a 72 rate. Nella maggior parte dei casi non era evidenziata la differenza di superficie rispetto a quella effettivamente utilizzata e non era puntualizzata l’attività per il carattere di stagionalità. In questo caso la tariffa – ha concluso – prevede una riduzione del 30%». Finirà qui? Alquanto complicato pensarlo.

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