Rifugiati sfrattati, l’Arci: «Tutto falso»

Terni, dura replica di una delle associazioni coinvolte nella gestione del progetto ENA: «Nessuna persona lasciata sola»

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«Notizie false, nessuno dei trenta rifugiati è stato cacciato». Questa la risposta dell’Arci in merito alle accuse lanciate dal laboratorio ‘Blob’ e dall’associazione ‘inTerniStranieri’ sul trattamento che avrebbero ricevuto trenta persone beneficiarie del progetto ENA (Emergenza Nord Africa), gestito proprio da Arci e dall’associazione San Martino.

La replica L’Arci rispedisce indietro con veemenza le accuse: «Chi le lancia – risponde l’associazione in una nota – dovrebbe dimostrare se ci sono famiglie o singoli che sono stati cacciati via dalle abitazioni dove sono accolti, altrimenti si cerca solamente di alimentare un inutile polverone in un momento molto delicato, dove Arci e San Martino sono impegnate nella ricerca di soluzioni per aiutare queste persone, dalla ricerca di una casa a quella di un lavoro. Ricordiamo che ENA è terminata da due anni e nonostante ciò l’assistenza e l’accoglienza è ancora garantita, forse unico caso in Italia. Precisiamo che la prefettura, su  richiesta del  ministero, ha solamente firmato la disposizione che indica la fine del progetto, niente sgomberi e niente persone lasciate sole».

Allusioni e reati Secondo ‘Blob’ e ‘inTerniStranieri’, Arci e San Martino avrebbero deliberatamente escluso i trenta rifugiati dal percorso di inclusione sociale, mettendole per strada. Arci non ci sta: «Vengono fatte gravi allusioni – prosegue la nota – a reati commessi nella gestione dell’emergenza da parte della nostra associazione e dalla San Martino; se gli autori di queste dichiarazioni hanno prove vadano pure a denunciarci alla Procura della Repubblica, noi siamo comunque pronti a querelare chi ci diffama».

Forte impegno L’Arci conclude quindi rimarcando il proprio impegno in questo percorso: «Lavoriamo tutti i giorni su tutti i livelli, anche quello politico, per sostenere i richiedenti asilo e rifugiati presenti nel territorio. Forse qualche ‘compagno’ si annoia adesso che le scuole sono chiuse e non ci sono crocifissi da togliere, e cerca così di passare il tempo alimentando una polemica che non fa certo bene a chi dice di voler difendere».

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