Rilancio di Collescipoli: «Un’amara illusione»

L’associazione Astrolabio: «Comune di Terni e fondazione Carit spazzano via il progetto che aveva consentito al borgo di risorgere»

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di Andrea Giovannini – Presidente associazione ‘L’Astrolabio di Collescipoli’

C’era una volta un borgo che poteva essere il vanto del comprensorio di Terni per l’intelligenza con cui era stato avviato il recupero.
Il Comune di Terni aveva restaurato i palazzi storici di sua proprietà ed aveva dato un indirizzo culturale al suo investimento: il corso universitario di economia.

La fondazione Carit aveva ridato vita ad importanti capolavori conservati nelle chiese e nelle due collegiate, recuperando non solo affreschi e decori, ma un importante corpus di organi storici, fra cui il primo organo barocco. L’intelligenza dei suoi amministratori, del Comune di Terni e di esperti del settore aveva dato vita ad un importante festival di musica barocca lungo un intero anno: l’Hermans Festival.

Anche l’ambasciata d’Olanda, nel 1996, diede il suo patrocinio all’importante rassegna culturale, nella prospettiva di dare vita ad un festival di respiro internazionale. Negli anni successivi gli amministratori della fondazione Carit, consci dell’importante patrimonio organario di Collescipoli, non solo continuarono a finanziare l’Hermans Festival, ma realizzarono anche il restauro dell’organo Neri-Fontana e di un prezioso organo positivo.

Sono passati molti anni e per Collescipoli è finita la grande illusione di valorizzazione basata sul proprio patrimonio storico artistico e architettonico. Il Comune di Terni ha trasferito da oltre tre anni i corsi di economia al monastero di San Valentino, mentendo sul risparmio economico dell’operazione, anzi continuando a erogare canoni di affitto e pagando gli stessi servizi di guardianìa che sosteneva a Collescipoli.

Quest’anno l’assessorato alla cultura aveva promosso un interessante open day per la valorizzazione dei palazzi lasciati vuoti dall’università, ma sono passati mesi senza alcuna notizia sulla loro destinazione, anzi si aggravano i danni derivati dalla mancanza di manutenzioni. Basta vedere la facciata di palazzo Catucci divenuta verde per la perdita dei calatoi, o le tegole che cadono nella parte posteriore. Così si dilapida un investimento da 6 milioni di euro.

Di questi giorni è invece la notizia della bocciatura da parte della fondazione Carit della richiesta di contributo per l’Hermans Festival 2016. Per problemi burocratici si è deciso di porre fine ad un’esperienza che andava viceversa implementata, vista l’importanza internazionale dello strumento. Molti operatori culturali hanno criticato il sistema iperburocratico dei bandi promossi dalla fondazione Carit. Di fatto si è deciso di far anticipare i fondi alle associazioni o al fruitore del finanziamento.

Il caso eclatante è il bando per i restauri criticato anche dal vescovo di Terni nel corso dell’inaugurazione degli affreschi della chiesa di San Giovanni a Rocca San Zenone. In pratica si debbono anticipare i fondi per poter ricevere il rimborso di quanto speso. L’idea è quantomeno priva di aderenza alla realtà se è vero che la nostra diocesi ha avuto problemi finanziari a dir poco enormi, fatto che non può essere ignorato da una fondazione di Terni.

Questo è un giorno oscuro per il mondo culturale di Collescipoli e di Terni, ci si appresta a vivere l’ennesimo shock con la beffa di non sentire più il primo organo barocco italiano per non voler sborsare molto meno di quanto è costato per un pomeriggio lo storico-showman Vittorio Sgarbi. Alla luce di tutto ciò, la candidatura di Terni a capitale italiana della cultura appare quanto meno ridicola.

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