Se aumenta la povertà, aumenta la ludopatia

Perugia, nel giro di pochi giorni arrivano due studi interessanti – dalla Caritas e dalla Cgil – che mettono in correlazione i due fenomeni. Nel perugino, Bastia Umbra leader per spesa pro capite nel gioco d’azzardo

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Mentre la Caritas lancia l’allarme sulla povertà (in aumento), la Cgil denuncia l’impennata della ludopatia. Deu fenomeni che viaggiano di pari passo e diventano l’uno causa dell’altro.

I dati sulla ludopatia

Nella Provincia di Perugia in un anno sono stati spesi oltre 500 milioni di euro nel gioco d’azzardo. Lo dicono i dati, rielaborati da Spi Cgil, sulla base di quelli forniti dall’agenzia delle dogane e dei monopoli, che forniscono un quadro al tempo stesso allarmante e interessante: «Il gioco d’azzardo è sempre più una piaga sociale, che colpisce i giovani, ma anche gli anziani – dice il segretario Mario Bravi – si tratta di una piaga che provoca sempre più emarginazione e impoverimento. Per questo il fenomeno va contrastato con forza e non sottovalutato. Tra l’altro si tratta di una situazione pericolosa che si espande parallelamente all’approfondirsi della crisi economica e sociale». In Italia (l’ultimo dato ufficiale è relativo al 2017), si sono spesi nelle varie forme di “slot” oltre 101 miliardi di euro (cifra simile alla montagna dell’evasione fiscale), contro i 30 miliardi del 2006.

In fumo oltre 1500 euro all’anno pro capite

È Bastia Umbra, in provincia di Perugia, la città col più alto tasso di spesa pro capite per il gioco d’azzardo. Lo rivela un grafico diffuso dalla Cgil a commento dei dati sul fenomeno, che si fa sempre più allarmane perché viaggia di pari passo all’aumento della povertà, in un circolo vizioso. Se infatti è il capoluogo ad avere il maggior numero di apparecchi attivi (1093), è a Bastia Umbra che si spendono mediamente più soldi: 1646 euro pro capite in un anno, una cifra monstre. A seguire Città di Castello (1264 euro in media ogni anno), Gualdo Tadino (1108), San Giustino (1087 euro).

Il rapporto sulla povertà

Intanto, in vista della III Giornata Mondiale dei Poveri indetta dal Papa, che la Chiesa celebra il 17 novembre, la Caritas umbra rende pubblico il rapporto sulla povertà: «Nel 2018 in Umbria la quota di famiglie in povertà relativa è pari al 14,3%, in crescita rispetto al 12,6% dell’anno precedente. In termini assoluti il fenomeno interessa oltre 50 mila famiglie della nostra regione», afferma Marcello Rinaldi, delegato regionale della Caritas, che lunedì mattina presenta il rapporto con i direttori delle otto Caritas diocesane umbre, alla presenza di monsignor Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia, presidente della Conferenza Episcopale Umbra (Ceu).

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