Intasca oltre 200 mila euro dell’università: condannata dipendente affetta da ludopatia

La sentenza è stata emessa dalla Corte dei Conti dell’Umbria

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Una 62enne originaria di Magione e residente a Corciano, dipendente del dipartimento di medicina veterinaria dell’università degli Studi di Perugia, è stata condannata dalla Corte dei Conti dell’Umbria a risarcire l’Ateneo per 250 mila euro (ammanco più danno da disservizio), in relazione ad un ingente ‘buco’ contabile relativo agli incassi dell’ospedale veterinario universitario didattico. Le indagini sul caso erano state condotte dal Nucleo polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Perugia, a seguito di un esposto partito nell’ambito universitario con tanto di commissione interna nominata nel 2020 dal rettore per accertare l’accaduto, ed avevano evidenziato come la dipendente – funzionario responsabile amministrativo dello sportello unico di accettazione dell’ospedale veterinario universitario – si fosse appropriata di oltre 220 mila euro relativi a prestazioni professionali effettuate dallo stesso dipartimento, fatturate, incassate ma mai versate sul conto corrente di tesoreria. In sostanza, le indagini hanno fatto emergere come la dipendente ‘infedele’ fosse affetta da ludopatia – ma comunque capace di intendere e di volere -, con conseguente necessità di avere a disposizione somme importanti di denaro. Nell’ambito dello stesso procedimento un’altra dipendente è stata assolta perché la Corte non ha rilevato profili di grave colpevolezza.

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