Bandecchi ritira le dimissioni da sindaco di Terni: «Merito delle opposizioni»

L’atto è stato protocollato venerdì mattina

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Il sindaco di Terni Stefano Bandecchi resta in sella: nella tarda mattinata di venerdì ha ritirato le proprie dimissioni da primo cittadino, rassegnate lo scorso 8 febbraio e protocollate il giorno seguente. Una settimana è stata sufficiente a Bandecchi per tornare sui propri passi e mettere nero su bianco il dietrofront, comunicato alla presidente del consiglio comunale e per conoscenza al prefetto. Contattato, il sindaco e leader di Alternativa Popolare conferma il ritiro e afferma che «non sono stati i miei a convincermi ma le opposizioni. Troppi incompetenti, troppe parole spese al vento: non posso lasciare la città in mano a questi animali». Le dimissioni erano state motivate da Stefano Bandecchi con l’esigenza di ‘rimettere in riga’ il suo partito – Alternativa Popolare – a Terni, dove può contare su un’ampia maggioranza in consiglio comunale, oltre che sull’appartenenza di tutti i membri della giunta. Due giorni dopo il ‘passo’, i suoi avevano affermato in conferenza stampa, in testa il vice sindaco Riccardo Corridore, che avrebbero sottoscritto un documento in cui gli si chiedeva di restare, rinnovando l’impegno a fronte di alcuni pericolosi ‘scricchiolii’ del partito. Il giorno seguente erano arrivate le dimissioni del coordinatore provinciale di AP, Lorenzo Filippetti, mentre lunedì in un consiglio comunale turbolento, il sindaco aveva ribadito decisione e ragioni alla base, polemizzando con le opposizioni. Giovedì invece, le minoranze di centrosinistra, in una conferenza stampa unitaria, avevano affermato di non credere alle dimissioni, pur auspicandole, attaccando Bandecchi per «l’irresponsabilità verso la città e l’istituzione comunale». Venerdì l’ultimo passo, in ordine cronologico perché il tema non è esaurito: il ritiro delle dimissioni.


Le reazioni

Per Michele Pennoni (Azione Terni) «il finale più scontato è stato scritto, finalmente. La noia di reggere altri giorni perché arrivasse il ritiro delle dimissioni era peggiore della visione di un film cecoslovacco con i sottotitoli in tedesco. Il sindaco è stato eletto e riprenda la gestione di questa città. La presidente del consiglio comunale Francescangeli subito si chiede che fine abbiano fatto ‘i tappi di champagne pronti a saltare’: ma con chi ce l’ha? Col mondo, coi mulini a vento o con alcuni suoi colleghi di AP? Terni è rimasta a guardare attonita uno spettacolo tutto ‘made in Alternativa Popolare’, un soliloquio incomprensibile ai più, un singolare monologo allo specchio. Una settimana in cui si fa tremare l’amministrazione davanti all’ipotesi di un nuovo commissario traghettatore, per poi dimettere il segretario provinciale: in pratica come prendere le mosche a cannonate. A meno che non ci sia dell’altro. E potrebbe, perché se in otto mesi abbiamo già assistito a dimissioni in giunta, dimissioni dal partito, ipotesi di altre dimissioni, significa che siamo di fronte ad un partito che nasce già pregno di tutti quei vizi e difetti delle peggiori tradizioni del novecento». Elisabetta Piccolotti, parlamentare di Alleanza Verdi Sinistra, afferma che «Stefano Bandecchi dovrebbe scusarsi con i ternani e confermare le dimissioni. Le istituzione non sono le sue aziende in cui può fare quello che vuole. Sono luoghi che rappresentano le persone e che non possono essere piegati ai capricci del Bandecchi di turno. E ai sui consiglieri di maggioranza dico: abbiate un sussulto di dignità e sfiduciate Bandecchi. Salvate almeno la vostra credibilità personale e non riducetevi a servi sciocchi». Secondo Francesco Filipponi, capogruppo del Pd in consiglio comunale, «le dimissioni del sindaco date il 9 febbraio e oggi ritirate, sono un’ennesima brutta pagina. In otto mesi, oltre al passo indietro del sindaco la città ha già dovuto assistere alle dimissioni in giunta, poi ad un primo rimpasto, dimissioni dal partito di maggioranza, ancora ipotesi di altre dimissioni. Ciò sta a rappresentare che la maggioranza che governa la città è finita in crisi sistemica, con tempi record rispetto alle forze politiche tradizionali, per beghe interne sulle spalle dei cittadini. Stigmatizziamo inoltre gli atteggiamenti di chi invece di rappresentare tutta la massima assise comunale, si lancia in commenti del tutto inopportuni in un momento delicato per tutti i cittadini ternani». Così la segreteria del Pd di Terni in una nota: «Ha messo paura ai ‘suoi’ e si è fatto una settimana di vacanza, Bandecchi, al costo dell’inagibilità politica e amministrativa e gettando ancora una volta discredito sulla città. Senza una spiegazione sulle dimissioni prima e sul loro ritiro poi. Gli alibi, compresi quelli di oggi, vanno solo a sommarsi all’elenco di ululati scomposti nel tentativo di tirare più in là possibile, cercando al contempo di schivare le responsabilità. Esecrabile anche il comportamento della presidente del consiglio comunale che, invece di svolgere il suo ruolo istituzionale di garanzia, si unisce ai cori sguaiati e irresponsabili contribuendo al discredito, con battute di spirito sconcertanti. C’è un articolo, 54 della Costituzione italiana, che impone a tutti coloro che svolgono funzioni pubbliche di adempierle con disciplina e onore. Dovrebbero rifletterci bene, almeno coloro che tengono alle sorti di Terni». Forza Italia provinciale di Terni si firma ‘gli animali forzisti’ in replica alle dichiarazioni di Bandecchi e afferma che «cvd è un acronimo molto conosciuto dai matematici in quanto il suo significato, come volevasi dimostrare, viene utilizzato per evidenziare come il risultato di un dato teorema era prevedibile in base a delle considerazioni di carattere logico. Ebbene, oggi cvd è una sigla che può essere adoperata anche sul piano politico. Specialmente a Terni. Il sindaco Bandecchi, come, per l’appunto, era alquanto intuibile, ha ritirato ufficialmente le proprie dimissioni. Il motivo? Pare che non voglia lasciare la città in mano agli ‘animali’ tra i quali, presumiamo, dovremmo esserci anche noi. Ora, al netto delle reiterate offese alle quali non abbiamo alcuna intenzione di replicare, fedeli alla massima di Oscar Wilde per cui Bandecchi ci batterebbe con l’esperienza nella pratica di un eloquio ‘forbito’, non ci resta che augurare un buon lavoro al primo cittadino. Forza Italia, dal canto suo, auspica che, da questo momento in poi, ci si possa confrontare esclusivamente sui temi concreti che riguardano soltanto la città di Terni. Non è nostra intenzione imbastire approcci dialettici su nani e ballerine, come avrebbe detto Craxi, uno statista che Bandecchi ama citare spesso. Certo, aver visto un sindaco che si dimette non per motivi connessi all’attività amministrativa, ma per tentare di risolvere beghe di natura partitica, non è stato oggettivamente un qualcosa di cui andare fieri, ma tant’è. In quest’ottica, peraltro, ci aspetteremmo un sussulto di dignità da parte di qualche componente della giunta o della maggioranza, seppure la nostra, lo sappiamo bene, è una speranza decisamente vana».


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