Sviluppo e crescita: Umbria promossa

La Regione a metà classifica, ben sopra la media, per istruzione e formazione, salute e sanità, mercato del lavoro e coesione sociale

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Anche per il 2016 l’Umbria conferma la sua posizione nella graduatoria delle Regioni italiane, collocandosi a metà classifica, al 12esimo posto, con un indice sintetico di 0,51 dell’indicatore multidimensionale dell’innovazione, sviluppo e coesione sociale, definito sulla base di ben 47 indicatori chiave e 7 indici sintetici per aree tematiche. Un indice esattamente pari a quello della media nazionale. È quanto emerge dall’aggiornamento, il quinto, dell’Indicatore multidimensionale, i cui risultati sono stati illustrati sabato mattina ad Assisi, nel corso della conferenza organizzata dalla Regione Umbria in collaborazione con il Sacro Convento sul tema ‘Gli indicatori dello sviluppo’. All’iniziativa, svoltasi nell’ambito del ‘Cortile di Francesco’, ha partecipato anche la presidente Catiuscia Marini.

I risultati

Nei 47 indicatori chiave presi in considerazione (che si riferiscono nella maggior parte dei casi al 2016) l’Umbria registra una posizione di eccellenza per l’area istruzione e formazione ed è buona la situazione per l’area salute e sanità, dove si colloca tra le regioni leader italiane. Una posizione superiore alla media italiana la regione la registra anche nell’area del mercato del lavoro e dell’area coesione sociale e sicurezza, mentre è sotto la media per le aree sistema economico produttivo e area innovazione e ricerca. «L’Umbria insomma, mostra ottime performance – ha detto il direttore regionale, Lucio Caporizzi – in materia di istruzione e formazione e più che buone nel sistema della salute. Questa regione, nonostante la dura crisi economica, ‘tiene’ meglio della maggior parte delle regioni sul mercato del lavoro, confermando una tendenza in atto da molti anni». «Oggi la capacità di produrre ricchezza spesso non determina, purtroppo, crescita e occupazione e di fronte a questo scenario – ha affermato la presidente Marini nel corso del suo intervento che ha concluso i lavori della conferenza – occorre mettere in atto una programmazione che contenga scelte innovative e coraggiose che aiutino e stimolino uno sviluppo capace di creare lavoro».

Le parole della Marini

«Questa – ha rilevato ancora la presidente – è la sfida, impegnativa, che abbiamo di fronte a noi, anche in Umbria. E per elaborare una adeguata programmazione è importante poter valutare il livello di benessere di una comunità, come ci ha insegnato soprattutto l’Europa. Una valutazione che non può certo limitarsi al solo Pil, ma deve andare oltre, valutando anche ciò che statisticamente non viene misurato, ma ha una rilevanza notevole per definire il livello di coesione sociale, e benessere». La Marini, riferendosi poi all’Umbria, ha sottolineato che proprio la programmazione regionale delle proprie politiche di sviluppo ha voluto basarsi su una sinergia ed integrazione di diversi strumenti finanziari, da quelli derivanti dalla programmazione dei fondi comunitari, di Agenda urbana, alla Strategia per le aree interne, fino al recente ‘Asse terremoto’: «Si tratta di una molteplicità di strumenti e risorse finanziarie – ha affermato Marini – che possono aiutarci a realizzare uno sviluppo integrato, coerente con le potenzialità di crescita del nostro territorio e con le stesse esigenze poste dal territorio».

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