Teleriscaldamento a Terni: «Crederci, agire»

Assemblea di Europa Verde Umbria in città: «Il tempo stringe e c’è bisogno che tutti si impegnino. Allarme-ambiente è realtà»

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di Alice Tombesi

Un dibattito a menti aperte quello avvenuto nella serata di giovedì al caffè Bugatti di Terni tra gli esponenti del partito Europa Verde Umbria – Francesca Arca, Simone Picotti, Enrico Paci, Eva Hausegger – e non solo. All’incontro, coordinato dai quattro hanno partecipato anche Gianfranco Mascia, tra i fondatori dei Verdi e attualmente responsabile della comunicazione e capo ufficio stampa del partito, Renato Scarso, funzionario comunale dell’ufficio informazione e formazione sull’agenda 2030 dell’Onu, e Ciprian Nesu, coordinatore dei Verdi romeni.

La battaglia

«Siamo qua per diffondere il nostro programma, basato su dieci punti per l’ecologia – ha esordito Arca -. Nel mio piccolo sto cercando di sostenere questo progetto in una città, Terni, dove il sentimento per l’ecologia non è sempre forte. Sono stata coinvolta a partire dall’iniziativa sul teleriscaldamento che avevo avviato attraverso una petizione». Francesca Arca fa parte, infatti, del comitato ‘Città di Terni per il teleriscaldamento’, tema dolente per l’amministrazione ternana: «L’acciaieria di Terni venti anni fa ha messo a disposizione il calore prodotto durante le lavorazioni per alimentare e riscaldare una parte di città adiacente lo stabilimento. Un’opera mai entrata in funzione». Il comitato a marzo del 2018 aveva raccolto alcune firme in una petizione per spingere affinché la convenzione dell’Ast per la gestione dell’impianto venisse rinnovata:«La convenzione è stata rinnovata e ora vorremmo capire quali sono i prossimi passi che dovrà fare il Comune. In tutto ciò la Corte dei conti ha incaricato la finanza per un controllo dei documenti sul teleriscaldamento e per capire dove siano andati a finire quei 3 milioni e mezzo dei fondi europei investiti per la costruzione e l’avvio dell’impianto».

«Un’opportunità per la città e l’ambiente»

Intanto la settimana scorsa il consigliere comunale di Senso Civico, Alessandro Gentiletti, ha presentato un’interrogazione in consiglio per chiedere uno stato di avanzamento sui lavori ma il tutto è stato rimandato ai primi di marzo quando, come afferma Arca: «Gentiletti promuoverà una nuova interrogazione per avere risposta dall’assessore ai lavori pubblici, Salvati, assente alla precedente». L’avvio del teleriscaldamento potrebbe risolvere uno dei tanti problemi ecologici che affliggono il ternano, primo fra tutti l’emissione di Co2. «Bisogna usare il ‘dono’ del teleriscaldamento» esorta Mascia. L’esponente dei Verdi ha rinnovato l’appello ad interessarsi all’emergenza climatica globale, dalle tinte drammatiche, drasticamente risvegliata da Greta Thumberg e seguita poi da milioni di giovani ecologisti: «I ragazzi ci vengono a dire tutte le settimane, e sono dati acquisiti da studi scientifici, che abbiamo dieci anni per poter annullare la Co2 dai fossili e per far sì che l’aumento di temperatura arrivi a non più di un grado e mezzo».

‘Energia circolare’ al posto dei combustibili fossili

Sembra proprio che la ‘generazione zero’ abbia scosso le menti di chi credeva che il problema climatico sarebbe stato così lento nello sviluppo da essere ininfluente, mentre la formazione ad una ‘cultura dell’ecologia’ «comincia proprio dai banchi di scuola» come afferma Renato Scarso, «attraverso la diffusione delle nozioni contenute nell’Agenda 2030 dell’Onu che ingloba i 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile». Il programma di Europa Verde Umbria, sulla riga dei programmi degli altri partiti ‘verdi’ d’Europa, tratta non solo il tema dell’ambiente ma anche quello della parità di genere, della formazione e della giustizia sociale con un occhio di riguardo ai benefici che apporterebbe all’economia: «Secondo gli economisti, investendo in tutta Italia e dirottando i soldi che lo Stato italiano eroga per i fossili verso l’energia circolare, si potrebbero produrre 400 mila posti di lavoro l’anno dei quali ben 8 mila solo in Umbria. La disoccupazione si azzererebbe, bisogna impegnarsi per far si che avvenga» afferma Mascia. Una rete di voci, quella di Europa Verde, che si estende attraverso diversi paesi e che, esortati dai giovani a collaborare, cerca di costruire un argine per l’emergenza climatica e un futuro ‘più pulito’ alle generazioni che verranno.

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