Terni: Ast in difficoltà, l’allarme dei sindacati

Confermate le fermate di maggio, le segreterie provinciali: «Serve un cambio di rotta in azienda»

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Si addensano le nubi sopra ad Acciai Speciali Terni, dove la difficile congiuntura economica continua ad avere riflessi importanti sulla produzione, come testimonia la fermata programmata a più riprese per il mese di maggio. Lunedì la direzione aziendale ha confermato a segreterie territoriali e rsu di Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl il prolungamento – già pre-annunciato giovedì scorso ai delegati di fabbrica – dello stop dell’attività di tutti i reparti, esclusi Società delle fucine e Tubificio, fino al 10 maggio compreso, oltre a nuove fermate per la fine del mese. La cassa integrazione riguarda in tutto 2.105 lavoratori.

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I timori

L’incontro di lunedì, richiesto dai rappresentanti dei lavoratori, è servito a un esame congiunto sull’utilizzo della cassa integrazione, come previsto dalla normativa. Le segreterie territoriali e la rsu hanno «appreso e valutato le difficoltà contingenti di mercato, dovuto da una contrazione complessiva dei consumi e previsioni molto corte rispetto al passato». Hanno quindi espresso la loro «forte preoccupazione per l’attuale momento che, contestualizzato con la mancata firma dell’accordo di programma, la presentazione di un piano industriale dettagliato e la riorganizzazione che l’azienda sta mettendo in campo, potrebbe generare problemi per il proseguo del percorso».

La nota positiva

È stata comunque giudicata positivamente «la sottoscrizione dell’accordo sulla cassa integrazione che prevede la maturazione degli istituti delle ferie oltre i permessi orari già previsti che non sono maturabili, invece, nell’intervento di cassa integrazione a zero ore». Inoltre nella sottoscrizione dell’accordo è previsto un ulteriore incontro nel mese di giugno per valutare la maturazione di ulteriori istituti aggiuntivi. «In un momento di grande difficoltà che vede il mercato in grande cambiamento e più incerto – concludono le cinque sigle sindacali -, le buste paga dei lavoratori vengono erose da una crescente inflazione e dal costo dell’energia, per questo abbiamo posto al tavolo una serie di considerazioni che devono necessariamente vedere un cambio di rotta da parte aziendale che presuppone scelte sempre più condivise con le organizzazioni sindacali e la rsu».

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